20 Marzo 2019
05:33
Test del Dna ai cani per capire chi sporca? Ad Alessandria costa troppo
ALESSANDRIA – Creare una banca dati col Dna di tutti i cani di Alessandria per risalire ai padroni che non rispettano il regolamento sulle deiezioni. Questa la proposta contenuta nella mozione del consigliere di maggioranza, Giuseppe Bianchini, capogruppo di SìAmo Alessandria e discussa martedì in occasione dell’ultima Commissione consiliare.
“Lo stanno sperimentando nei Comuni di Carmagnola e Malnate” ha precisato Bianchini “noi saremmo il primo capoluogo di provincia a farlo. Spesso alcune vie, anche del centro, non sono più percorribili per la presenza di tante deiezioni. Penso anche alle difficoltà che affrontano le persone con disabilità in carrozzina. Nella mozione invito i proprietari a dotarsi anche di carta da cucina, così da poter pulire bene quando il proprio animale domestico fa i suoi bisogni”.
I costi, però, sono stati ritenuti insostenibili per le casse del Comune di Alessandria. “A Carmagnola è iniziata la sperimentazione” ha sottolineato Roberta Taverna, dell’Ufficio Welfare Animale “un kit per il test del Dna costa 20 euro e quel Comune ha circa 5 mila cani. Ad Alessandria ce ne sono 12 mila microchippati: occorrerebbe pagare circa 240 mila euro, solo per raccogliere il dna, senza contare le analisi delle feci. I controlli e le verifiche comporterebbero ulteriori costi ingenti. A Carmagnola, inoltre, si è cominciato coi primi 250 test ma è difficile convincere un proprietario a sottoporre il proprio animale a questo esame. E in quel Comune è arrivato anche un finanziamento di 15 mila euro dalla società che gestisce i rifiuti”.
“Sono insoddisfatto” ha replicato Bianchini “non pretendo che si parta subito ma che si valuti comunque questa proposta. Ho presentato questa mozione a novembre ed è dall’amministrazione Fabbio che segnalo questo problema. Qui bisognerebbe coinvolgere anche Amag Ambiente”.
Anche Lega e Movimento 5 Stelle concordato sulla difficoltà di attuazione di queste procedure, ritenute troppo onerose, ma hanno sottolineato l’importanza di aumentare i controlli e su questo punto anche l’assessore al Welfare Animale, Giovanni Barosini si è detto d’accordo. Quando Alessandria poteva contare su cinque ispettori ambientali, qualche anno fa, si arrivava anche a 300 multe all’anno. Nel 2018, invece, le sanzioni sono state appena 20, con un solo ispettore al lavoro. A breve, però, se ne aggiungeranno altri due.
“Nei controlli effettuati sono pochi i casi in cui riscontriamo che tutto è regolare” ha precisato l’ispettore ambientale Fulvio Barzizza. Le sanzioni si attestano intorno ai 50 euro.
L’Ufficio Welfare Animale proseguirà comunque nella campagna di informazione rivolta ai cittadini per sensibilizzare la popolazione a un comportamento rispettoso del decoro urbano, magari sollecitando anche l’utilizzo di una bottiglietta d’acqua per pulire meglio.
“L’anagrafe canina? Non è di competenza comunale ma regionale” ha ancora precisato Taverna “anche ad Alessandria è già prevista ed è demandata ai servizi veterinari delle varie Asl. La Polizia Municipale può accedervi”.
Come già evidenziato, ad Alessandria, sono circa 12 mila i cani microchippati e si ipotizza che ce ne siano altri 2 mila senza chip. “Ragionando per difetto almeno una famiglia su tre ha un cane” ha sottolineato l’assessore Barosini “è l’ufficio Welfare Animale da tempo si sta attivando con diverse iniziative come la raccolta delle segnalazioni di affidamento o di maltrattamento. Tra i progetti in corso l’aiuto a quelle famiglie con Isee inferiore a 8100 euro a sostenere alcune spese veterinarie, per questo abbiamo stanziato 10 mila euro. A giugno, inoltre, partirà l’ambulatorio veterinario al Giardino Botanico. Poi ci sarà un corso per il patentino dei proprietari di cani e una formazione riservata agli agenti di Polizia Municipale per la tutela e il benessere animale”.