23 Marzo 2019
13:45
Gli uomini non possono vedere le donne. Il Fai svela la storia della chiesetta di Gardella
ALESSANDRIA – Ad Alessandria non c’è niente da vedere. Lo diciamo tutti. Diciamo la verità. Ma poi arriva il Fai, il Fondo Ambiente Italiano, si mette al lavoro, toglie traverse che non fanno entrare la luce, portano via rottami e masserizie e dopo 40 anni la luce torna a entrare. Così taglia a fette un passato che aveva ingoiato un pezzo di storia alessandrina. Vi stiamo raccontando la storia della piccola chiesa del Sanatorio Borsalino.
La trovate alla fine del centro riabilitativo. Quando entrerete non la vedrete perché è in fondo, alla fine di tutto, dopo di lei i campi. Però rimarrete subito spiazzati dal chiasso del traffico improvvisamente soffocato dalle mura di recinzione che circondano il complesso. Il verde attutisce tutto e dopo una breve passeggiata vedrete l’edificio di Gardella, rimarrete stupiti dal campanile che svetta, severo e squadrato su un edificio privo di fronzoli, come impone il razionalismo. Nessun ornamento sfarzoso, tutt’altro. Ma se entrerete scoprirete la particolarità della chiesa: due navate che non si vedono l’una con l’altra.
Questo perché ai tempi si credeva che le cure per i malati di tubercolosi provocassero un alto desiderio sessuale e perciò gli uomini non potevano incrociare gli sguardi delle donne e viceversa. Le entrate quindi erano separate, come le navate, eppure nella chiesa l’altare era sempre completamente visibile da ogni angolazione. Il resto ve lo spiegheranno i volontari del Fai ma basta questo piccolo spoiler per comprendere i particolari di una città che “merita di essere valorizzata“.
E allora probabilmente non è vero che ad Alessandria non c’è niente da vedere, basta solo cercare.