9 Aprile 2019
06:15
Il gioco cattivo dei Cani da Compagnia debutta ad Ambra Brama di Teatro
ALESSANDRIA – “Se i bambini giocano a fare i cattivi, non è detto che l’azione non sia malvagia” Prevale il registro caustico e un po’ surreale in “Wicked game (gioco cattivo)”, scritto e diretto da Paolo Scepi, che, sabato 13 aprile alle 21, continua la rassegna Ambra Brama di Teatro, al Teatro Ambra, realizzata grazie al sostegno di ALEGAS. Lo spettacolo è nuovo di zecca ed è la nuova produzione dei Cani da Compagnia, che in quest’ultima stagione dell’Ambra hanno presentato ben due nuovi lavori (il primo è stato, a febbraio, “Le serve” con la regia di Maurizio Pellegrino). In scena, oltre allo stesso Scepi, Fulvio Ferrari, Stefano G. Lardone, Giovanni Pesce, Roberta Ponticello, Elisabetta Puppo. Alla base del testo un patto con il diavolo, non tanto di faustiana memoria, ma inteso come il male che diventa parte della vita e addirittura gioco malvagio. “Viene più volte richiamato durante lo spettacolo il patto con il diavolo”, spiega Paolo Scepi, “ma si tratta di un diavolo in carne ed ossa, un personaggio che si intuisce far parte di un’organizzazione criminale. L’intento è mettere in scena il male: fino a che punto si possa voltare la faccia di fronte ad esso e fino a che punto sia addirittura divertente farlo. All’inizio sono partito per scrivere una storia sugli stranieri, ma poi ho cambiato approccio per paura di cadere negli stereotipi e nella retorica. Gli stranieri nella mia mente sono diventati persone senza documenti, che possono essere sfruttate e subire del male, semplicemente perché non esistono”. Il barista/protagonista del testo, inizialmente in difficoltà economiche, incontra un personaggio sinistro che gli propone un patto che cambia la sua vita. Da uomo disperato in balìa degli eventi, diventa capo e carnefice di tre malcapitati, invisibili agli occhi della società. “Quello che mi interessava è il rapporto tra vittime e carnefice, il limite al quale può arrivare la volontà di soggiogare e mettere in difficoltà qualcuno. Il protagonista dice: “non esistono, quindi non può succedere niente di male” ed è proprio a causa di questa mancanza di riconoscimento ufficiale che le sue tre vittime sono ingranaggi in un meccanismo più ampio dal quale non riescono a sganciarsi. Quello che li aspetterebbe, se si autodenunciassero, sarebbe peggio di quello che stanno vivendo, quindi accettano il loro ruolo in un gioco dove il carnefice si diverte e loro sperano in un miracolo che li liberi”. Si ride di un riso che ha un fondo amaro, si scende nell’abisso del peggio, ma non tutto è caustico, perché, spiega l’autore-regista,“non ho voluto solo dare una connotazione negativa, ho lasciato una speranza, che però tiene sempre conto di tutto quanto successo di male in precedenza”.
Al centro di tutto, sempre il gioco che ha le sue gerarchie “Il protagonista dipende da qualcun altro, ma nel suo piccolo nucleo sperimenta il potere e la potenza, cosa che lo porta a fare gesti al limite dell’umano. Gli intenti non sono cattivi, perché lo scopo è sempre il gioco, ma le azioni lo sono. La narrazione di tutto ciò non è cupa, ma caustica e divertita, le cose che si dicono sono forti, ma abbiamo cercato di accentuare gli elementi grotteschi e persino surreali, pur non essendo affatto un teatro dell’assurdo. Il registro serio emerge, perché così deve essere, nei momenti in cui il protagonista si diverte nell’umiliare i suoi sottoposti”. Tutti i giochi finiscono e anche il gioco cattivo non farà eccezione, perché la realtà prende sempre il sopravvento e costringe a delle decisioni. Ma per questo non resta che andare a vedere lo spettacolo. I biglietti interi costano 12 euro e i ridotti 10 euro (Soci DLF, Unitre, Over 65, Under 14)
Per info: 0131 25 20 79