15 Aprile 2019
05:42
L’ex bar Cangiassi tra progetti concreti e riqualificazione
ALESSANDRIA – Una cosa è certa: l’ex bar Cangiassi non deve essere abbattuto. Ne è sicuro il Movimento 5 stelle che vorrebbe, come ha sostenuto il capogruppo Michelangelo Serra, un totale recupero della struttura nei giardini pubblici di fronte alla stazione di Alessandria “il cui costo di ristrutturazione si aggirerebbe intorno ai 50 mila euro, più o meno la stessa cifra che servirebbe per demolirlo“. Ma ne è convito anche Giovanni Barosini. L’assessore ai Lavori Pubblici esclude “un possibile abbattimento del locale dato che il Comune ha tutte le intenzioni di restituire quella zona e quell’edificio alla comunità“. Il tutto però “nel rispetto delle regole. Anche per questo, appena mi è arrivata la mail dell’Associazione Comunità san Benedetto al Porto con una bozza di progetto ho dato mandato ai tecnici del Comune di fare le valutazioni del caso per vedere costi di ristrutturazione e gestione”
E nell’unica proposta – sin qui pervenuta – per il recupero dell’ex Cangiassi, l’edificio avrebbe funzione di ufficio informazioni turistiche, velostazione, cyclofficina, deposito bagagli e bici con cassette di sicurezza. L’esigenza rimane, così come per l’amministrazione comunale, quella di una pianificazione che “possa avere una valenza e caratteristiche sociali e culturali ben definite“, ha spiegato Fabio Scaltritti dell’Associazione Comunità san Benedetto al Porto. Per poi aggiungere che “il ritorno in vita dell’ex bar Cangiassi porterà nuova linfa anche all’area circostante sottoposta a un continuo degrado“. Ma sono molteplici gli aspetti positivi previsti da un progetto del genere dato che, sempre secondo Scaltritti “si potrà tentare di promuovere l’utilizzo della Bicicletta in sicurezza e valorizzare le attività commerciali della città che investono sul futuro, dare informazioni utili a tutti i cittadini promuovendo mediazione comunitaria e sociale, restituire al Comune la responsabilità del progetto e il merito per eventuali migliorie“.
La questione più impellente è quella legata al denaro per la realizzazione del progetto. “Cosa molto più semplice a farsi che a dirsi“, ha aggiunto il portavoce dell’iniziativa portata avanti dall’Associazione Comunità san Benedetto al Porto. “Prima di tutto bisogna il comune rinunci al canone. Per farlo dovrebbe cedere la struttura ai servizi sociali che in questo modo potrebbero darla in gestione gratuitamente alle associazioni che ne farebbero richiesta“. Per le utenze, invece, “il gruppo Amag e Alegas potrebbero fornire acqua, gas e luce in cambio di pubblicità in un luogo destinato a diventare centrale per la città. Va anche detto che i costi per l’azienda alessandrina si aggirerebbero intorno ai tremila euro annui“. Infine la ristrutturazione “stimata sui 50 mila euro. In questo caso le strade percorribili sarebbero due: racimolare i soldi attraverso un crowdfunding o a tramite quelle fondazioni private interessate a recuperare e far tornare in vita edifici pubblici per creare qualcosa di utile alla città. In circa 18 mesi tutto potrebbe essere compiuto“, ha poi concluso Scaltritti.
“Su quando affermato da Scaltritti non mi posso esprimere sino a quando non avrò dati concreti e ufficiali da verificare“, ha aggiunto Barosini. Perché un progetto deve essere “molto più articolato. Il Comune ha l’esigenza di sapere quanti sono i soldi a disposizione per la ristrutturazione, dove si possono trovare, in che modo si intende pagare le utenze. Si tratta di un percorso lungo e complesso a cui tengo personalmente” Una cosa è certa la via per “i bandi sulle utenze non è più percorribile dopo che è andata deserta per ben due volte. Anche per questo stiamo studiando altre possibilità. L’amministrazione, e in primis io come assessore, ha tutta l’intenzione di restituire alla città un luogo che gli spetta di diritto“, ha concluso. E sulla possibilità di un canone zero Barosini predica calma: “Si tratta di una possibilità che dobbiamo valutare con attenzione. Ci sono norme giuridiche che dobbiamo seguire e rispettare“. Poi un’appello: “Invito comunque tutte le associazioni interessate alla gestione del locale di farsi avanti e presentare un progetto concreto per riportare in vita un luogo storico per Alessandria“.
Intanto tra le associazioni interessate al progetto avanzato da Fabio Scaltritti c’è anche la Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus. “Ma non abbiamo le forze necessarie per farcela da soli“, ha commentato Claudio Pasero di Fiab Alessandria. “Parliamo di un piano di riqualificazione che noi come associazione condividiamo al 100% a cui però devono partecipare vari interpreti. Si tratta di un puzzle complesso dove tutti i pezzi devono andare a incastrarsi in tempistiche anche piuttosto rapide“. In caso di successo la Fiab “avrebbe uno spazio nuovo, moderno, con punti ricarica esterni per scooter e le bici elettriche e a pedalata assistita. Questo porterebbe a un miglioramento oltre che del servizio anche del messaggio di sostenibilità che vogliamo portare avanti“.