Autore Redazione
giovedì
2 Maggio 2019
06:15
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Cronaca - Alessandria

Ad Ambra Brama di Teatro “La signorina Papillon” della Compagnia della Juta

L'opera comica di Benni nell'allestimento diretto da Luca Zilovich tra atmosfera sognante e smaccata contemporaneità
Ad Ambra Brama di Teatro “La signorina Papillon” della Compagnia della Juta

ALESSANDRIA – E’ una Compagnia della Juta sempre più propositiva, quella che sabato 4 maggio, alle 21, sarà al Teatro Ambra, nell’ambito della stagione Ambra Brama di Teatro, realizzata grazie al contributo di ALEGAS. In scena, “La signorina Papillon” di Stefano Benni per la regia di Luca Zilovich, che ha debuttato sabato scorso con il tutto esaurito al Teatro della Juta di Arquata. Un periodo intenso, per Zilovich, impegnato sia in questa nuova produzione, sia con l’imminente partecipazione all’Arezzo Crowd Festival con “Riportami là dove mi sono perso” di Officine Gorilla, sia con i frequentatissimi corsi teatrali dell’Accademia della Juta nei teatri di Arquata e Gavi. “La signorina Papillon” si inserisce in un progetto ampio di Commedia Community-Compagnia della Juta, che punta su nuove produzioni di alto profilo e intende creare un polo teatrale ad Arquata e Gavi, proponendo anche attività dentro il teatro, oltre ai normali spettacoli.

Il cast è in buona parte formato da attori nuovi della compagnia, emersi da una selezione e con alle spalle esperienze di prestigio. A Michele Puleio, legato a Zilovich da anni di collaborazione teatrale, si affiancano l’alessandrina Giulia Maino, perfezionatasi alla Shakespeare School di Jurij Ferrini, Giacomo Bisceglie e Federica Cardamone. Bisceglie si è formato all’Académie Internationale Des Arts du Spectacle con Carlo Boso, Cardamone alla scuola di musical MTS di Milano ed è autrice e regista lei stessa del musical “La giostra”.

Cercavamo un testo comico, ma con una valenza politica e sociale”, dice Zilovich, “e, ne La signorina Papillon, c’è una critica alla politica che sembra scritta ieri. Dà spunti semplici da ricavare, perché ci sono già (Notre Dame che brucia, riferimenti a governi che si sono succeduti in Italia). Il significato del testo è attuale, perché anche noi, come Rose Papillon, viviamo in un giardino dove, bombardati da informazioni, dobbiamo imparare a scegliere tra ciò che è vero e ciò che è falso, ciò che fa o non fa per noi”. La protagonista del testo, scritto da Benni del ’92, abita in un giardino da sogno alla periferia di Parigi in un’epoca che si può collocare nel fine ‘800, con dei forti riferimenti alla nostra contemporaneità. La realtà le arriva filtrata dalle notizie e dall’irruzione nella sua vita di due pretendenti (il poeta Millet e il militare Armand) e dell’amica Marie Luise. Il mondo esterno cerca di entrare nel giardino di Rose (che è la sua vita) per trasformarlo, per farla spendere, per accaparrarsi la sua eredità. I tre personaggi che le ruotano intorno le propongono stili di vita che lei non aveva mai immaginato, che sul momento neppure le piacciono e che poi si trova ad accettare”, spiega il regista, “Ho pensato alle indagini di mercato che ci sono sui social network, quando si digita qualcosa su Google e subito arrivano pubblicità mirate. E’ un incubo, “La signorina Papillon”, infatti il sottotitolo è “nel paese dei brutti sogni”. La morale è: “se hai un sogno non dirlo, tienilo segreto”, prima che venga strumentalizzato”.

L’allestimento della Compagnia della Juta mantiene il contesto pseudo-napoleonico, con i costumi di foggia fine ottocentesca di Alice Rizzato, mentre l’idea del giardino finto (così era stato pensato da Benni) è suggerita dalla suggestiva scenografia-palizzata mobile pensata da Massimo Martinis e creata da lui e da Sergio Zilovich. Come in ogni contesto favolistico, anche qui le musiche hanno un’importanza fondamentale e sono originali, composte dal giovanissimo e già apprezzato Raffaello BasiglioI riferimenti alla realtà contemporanea sono smaccati e si capiscono immediatamente”, dice Zilovich, ” per questo motivo ho cercato di mantenere l’atmosfera sognante, perché, per accettare la critica, lo spettatore si deve staccare dal contesto realistico”. E come sempre nelle opere di Benni, si ride molto, ma poi si vira in un registro più amaro, mai perdendo la straordinaria vena umoristica dell’autore.

Biglietti: intero € 12, ridotto € 10. Apertura biglietteria ore 20 presso il Teatro Ambra, in Viale Brigata Ravenna, 8 Alessandria. Riduzioni per Over 65, Under 14, soci DLF. Biglietti disponibili presso la Segreteria del DLF dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Tel. 0131252079.

Prenotazioni telefoniche al numero: 345 060 4219 o via mail: teatrodellajuta@gmail.com

(la foto in alto è di Laura Marinelli)

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