1 Maggio 2019
14:59
“Primo Maggio festa sempre più triste”, ma “non si perda speranza”
NOVI LIGURE – Un magnifico sole su un azzurro elettrico, in contrasto con un Primo Maggio pieno di nubi. A Novi Ligure molte persone hanno preso parte alla manifestazione unitaria per riflettere sul mondo del lavoro in provincia, in un clima sempre più complicato e incerto.
Lo ha spiegato dal palco Massimiliano Santi Laurini, delegato Fiom Cgil della Kme. Il suo intervento ha descritto tra gli applausi il calvario degli operai costretti da 10 anni ad andare avanti con ammortizzatori sociali, uno sforzo sopperito dalla grande solidarietà tra colleghi dimostrato anche nell’ultimo accordo interno: “Oggi – ha spiegato – ci troviamo con i dipendenti del ramo Serravalle Copper Tubes non più coperti da tutele sociali, una situazione che ha portato i lavoratori a fare un accordo interno che prevede un taglio del 20% del nostro salario fino a dicembre, un ultimo sacrificio per impedire di perdere il posto”.
La storia della grande dedizione dei lavoratori Kme è anche quella di chi per anni ha lavorato alla Pernigotti. In questo caso è stato Piero Frescucci della Uila a usare parole infuocate contro i fratelli Toksoz, proprietari del celebre marchio del cioccolato. Il suo è stato un invito a rispettare la dignità del lavoro. Ai turchi ha ricordato che “stanno facendo del male a delle famiglie. Sono passati 6 mesi e non sono arretrati di un solo centimetro mentre dovrebbero capire che il lavoro è fatto di persone, che hanno dignità, e non di uffici a Milano con una produzione in qualche azienda sperduta“.
Se però questo è il presente, amaro, Aldo Gregori, segretario provinciale della Uil, ha ricordato anche i rischi di un immediato futuro, in cui il mondo del lavoro è insidiato dalle nuove tecnologie che rischiano di ridurre ancora i posti di lavoro se non si investe sulla formazione. Tutto questo mentre la “Gig economy” rende sempre più precario il lavoro. E si tratta di un paradosso, ha aggiunto Marco Ciani, segretario provinciale Cisl, perché dall’altra parte c’è chi lavora e viene sfruttato sempre di più, togliendo tempo libero alle famiglie, sottopagandolo o addirittura uccidendo. Per questo il segretario ha soffermato parte della sua orazione ufficiale ricordando per nome le tre persone morte sul lavoro da inizio anno in provincia: Bruno, Safer e Mauro. “Tre persone morte per l’incapacità di garantire loro sicurezza e tutto questo mentre il Governo ha deciso di ridurre di un terzo le somme spese dalle aziende a tutela dei lavoratori”. Una presa di posizione che cozza con i dati degli infortuni sul lavoro in Piemonte: ben 200 da inizio anno nei primi tre mesi.
Ciani anche per questo ha ricordato che “la battaglia per il lavoro non finisce mai, perché tutte le battaglie per il lavoro possono essere cancellate in ogni momento e quindi per questo non si deve mai abbassare la guardia, un dovere ineludibile”.
Nonostante i problemi e le difficoltà il segretario della Cisl ha però invitato a non perdere la speranza, a nutrire fiducia nella partecipazione, a votare, nonostante da “troppi anni si assista a tentativi da parte dei governanti di andare contro la partecipazione, tentando di mettere ai margini chi si occupa dei lavoratori“. I sindacati però non intendono arretrare e hanno spiegato che continueranno a “lottare per la partecipazione perché esiste una sola razza, quella umana“.
Anche perché “è fondamentale uscire da una visione individuale della vita – ha concluso Franco Armosino, segretario provinciale Cgil”.