18 Maggio 2019
11:53
Parole e creazione. Recensione di “Una lauda per Frate Francesco” ad Asti
ASTI – E’ splendida la Chiesa della Confraternita della Santissima Trinità e Sant’Evasio, sede della Confraternita del Battuti Rossi (ne ha una cura infinita il priore, il sig Mario). Raramente è aperta al pubblico e, venerdì 17 maggio, si è rivelata in tutta la sua bellezza ospitando, per la rassegna “Le sfide della Fede”, “Una lauda per Frate Francesco” con Eugenio Allegri e il Maestro Ramberto Ciammarughi. Una rassegna molto seguita e di grande spessore, “Le sfide della fede”, promossa dall’Istituto Oblati di San Giuseppe (non si può non nominare padre Luigi Roasio, economo provinciale dei Giuseppini) e dal Progetto Culturale della Diocesi di Asti (il cui responsabile è Michelino Musso, grande estimatore di teatro), con la direzione del Teatro degli Acerbi. Le caratteristiche da sempre sono la qualità degli spettacoli, su tematiche che toccano la cultura e il rapporto con il sacro, e le locazioni particolarmente evocative; si è inserita in questo contesto “Una lauda per Frate Francesco”, che ha confermato, con un pubblico numerosissimo e addirittura acclamante, il gradimento delle scelte artistiche della rassegna. “Mi fu commissionato un lavoro che prevedeva l’unione di un musicista, di un attore e di un poeta”, ha premesso Ramberto Ciammarughi, autore di testo e musiche, e il poeta è Francesco d’Assisi. Il testo fonde riflessioni personali a passi dei Fioretti, a versi del “Cantico delle creature”, in una partitura musicale nata insieme alle parole, che diventano a loro volta elementi musicali. A fare creazione viva di parole antiche è Allegri, un attore il cui rapporto con la musica è innato ed è stato reso pubblico dal personaggio Novecento, cucito da Baricco su di lui. “Come se” è un mantra che ritorna nella lettura, una riflessione che sembra un sogno e rimanda ad un’epoca remota, quella in cui affonda il segreto di una durissima scelta di fede. “Come se in un libro ci fossero tutti i libri del mondo…” la voce di Allegri non va a tempo di musica, semplicemente è musica, perché vi si fonde come canto, pur mantenendo la sua specificità di parlato. E’ alta, stupita e meravigliata quando esprime la gratitudine del “Cantico delle creature”, ritmata e jazzata nei racconti dei Fioretti, meditativa e sognante nel collage di pensieri che creano un flusso di connessioni tra epoche lontane. E sembra che lì, in quella chiesa che immerge in un tempo non più storico ma sacro, siano ben presenti quei giovani uomini, seguaci di San Francesco. La follia delle loro vite palpita ancora dopo secoli e l’unione tra quel musicista, quell’attore e quel poeta, folle di amore e gratitudine per il creato, diventa parola creatrice. “Come se le parole potessero creare” è il trait d’union che rimane nella mente: le parole sono un distillato di creazione e la loro forza espressiva è legata alla loro immortalità. Il Cantico e i Fioretti tramandano da sempre un messaggio di fede puro ed eterno, ma le parole liberate dal carattere scritto volano e prendono dimensioni evocative ben più intense. “Una lauda per Frate Francesco” è risuonata con le note del piano di Ciammarughi e la voce danzante di Allegri tra le volte barocche affrescate della chiesa della Santissima Trinità e Sant’Evasio ed è stata pura estasi. La rassegna “Le sfide della Fede” è sostenuta dalla Fondazione CRAsti, dalla Fondazione CRT e da numerose aziende locali. Tra i partner la Pastorale Giovanile della Diocesi di Asti, la Pastorale Universitaria e le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Asti.