21 Maggio 2019
05:16
Decreto Salvini: c’è chi dice no. “Cani trattati meglio dei migranti”
ALESSANDRIA – “Per i cani si spende di più che per i migranti”. Quattro associazioni alessandrine hanno deciso, loro malgrado, di rinunciare ad accogliere i rifugiati, a fronte dei pesanti tagli contenuti nell’ultimo decreto Sicurezza. Come riferito dalla Comunità di San Benedetto al Porto, Cambalache, l’Ostello e Coompany il dl Salvini impone la sola accoglienza per garantire la minima sussistenza e esclude ogni altro investimento per l’inclusione.
18 euro al giorno è la cifra impiegata per ogni persona accolta. Prima del dl Salvini si arrivava a 30 euro. “Abbiamo calcolato che per un cane si arriva a 20 euro, escluso il cibo” ha sottolineato Fabio Scaltritti, di San Benedetto al Porto “nel nostro caso, invece, anche il vitto è compreso nei 18 euro. Insomma, una accoglienza senza dignità e noi non vogliamo essere complici di tutto questo. Veniamo equiparati ai canili e questo squalifica anche le professionalità dei nostri collaboratori: dagli psicologi ai mediatori culturali, fino agli assistenti sociali”.
Le norme introdotte nel nuovo capitolato presentano, secondo i responsabili di questi enti, molte fragilità, a partire dalla difficoltosa iscrizione all’anagrafe, un passaggio fondamentale per poter accedere ai servizi della sanità pubblica. Il dl Salvini non consente l’iscrizione a una scuola, a corsi di formazione, a tirocini o borse lavoro.
“Non è più possibile garantire una buona accoglienza” ha aggiunto Scaltritti “i migranti rischiano di stare fermi su un territorio per circa 2 anni e mezzo di media, senza poter far nulla”.
120 in tutto i posti che le quattro associazioni riuscivano a garantire, il 10% rispetto al numero richiesto alla provincia di Alessandria. Nell’ultimo bando per l’accoglienza erano appena 11 gli enti che si sono fatti avanti, contro i 35 del 2018. Nel nostro territorio, quindi, altre 20 realtà hanno preso la stessa decisione di Comunità di San Benedetto al Porto, Cambalache, l’Ostello e Coompany.
“A chi arriva nel nostro paese è consentito solo un cambio di vestiti, non di più. Ci viene imposto l’uso di posate di plastica e coperte e lenzuola di carta” aggiungono “in questo modo aumenteranno i rifiuti ogni giorno, proprio nel momento in cui l’Unione Europea impone al nostro paese di abbandonare l’uso di plastica entro il 2021”.
“Avevamo in ballo tanti progetti, uno di questi era Bee My Job, che insegnava ai ragazzi a diventare apicoltori” le parole di Mara Alacqua, presidente dell’Associazione Cambalache “anche in queste condizioni cercheremo di mantenerli, ridimensionando le risorse umane a nostra disposizione. E manterremo comunque la scuola di italiano e lo sportello legale, pur con tutte le difficoltà del caso. Per il nostro territorio è una grave perdita”.
“Ora i servizi di accompagnamento e di alfabetizzazione non sono più richiesti” il rammarico di Renzo Sacco, presidente di Coompany.
Visibilmente commossa Vanda Manieri, dell’Ostello in piazza Santa Maria di Castello: “Al momento ospitiamo circa 30 migranti, abbiamo comunicato loro questa brutta notizia. Sono rimasti spiazzati ma chi è con noi da un po’ di tempo “cade in piedi”, viste le tante opportunità di formazione che è riuscito a cogliere. Siamo preoccupati, invece, per chi è arrivato da poco”.
A breve i circa 75 migranti ospitati ad Alessandria da queste quattro associazioni saranno quindi smistati altrove.