23 Giugno 2019
10:49
La poetica dell’ironia. Recensione di “Conferenza buffa” a Cunté Munfrà
FUBINE – Un lavoro minimale, intenso e basato interamente sulla parola e sull’ascolto, tanto da non aver bisogno di sovrastrutture o strumenti e poter essere spostato da un momento all’altro in un altro luogo. Questo è “Conferenza buffa” di e con Antonio Catalano, ultimo appuntamento di Cuntè Munfrà, previsto ieri 22 giugno alla ex Chiesa dei Batù, ora Teatro Baucia, e spostato all’ultimo istante nel teatro della Soms, a causa di un atto vandalico che ha messo fuori uso l’impianto elettrico. Antonio Catalano è attore, scrittore, pittore, scultore, poeta e artista creatore di “Universi sensibili”, rappresentazioni tra teatro e arti visive della sua personale cosmogonia. La sua Conferenza buffa è uno spettacolo storico, nato nel gruppo teatrale “Magopovero”, diretto da Luciano Nattino negli anni ottanta. E’ un incontro sul comico, sul “quando e perché si ride”, sul riso alle sue origini e, soprattutto, sulla sua essenza di “tempo dell’animo”. Il genere dello spettacolo è travalicato, come quello della conferenza, per prendere la forma di una conversazione persino intima, che invita gli spettatori a partecipare e persino a tenere i cellulari accesi per invitare anche chi chiama ad ascoltare. Dopo la confessione di non aver ben chiaro come iniziare e continuare il discorso, inizia un excursus tra ironici e un po’ trasognati ricordi del teatro dell’oratorio, dissertazioni decisamente divertenti sulla durezza della vita primitiva (dove l’uomo aveva ben poco da ridere) e citazioni di Shakespeare e De Filippo. Ci sono il grammelot (con l’ovvio rimando a Dario Fo), il mimo e tutti gli strumenti della comicità, in Conferenza buffa, tirati fuori con la maestria di un mago (ecco il Magopovero) e tanto pirotecnici quanto inaspettati in un contesto minimale. Ma ciò che connota in senso magico l’ironia è la poeticità. Catalano ha una sua poetica che desta meraviglia e incanto, che fa ridere e suscita immagini nella mente di chi lo ascolta. Quando si parla di magia del teatro, spesso si dimentica che non sono le scenografie o gli effetti speciali a stupire, ma la capacità di far immaginare e pensare. Sono un piccolo incanto, a questo proposito, i “Discorsi inutili” che chiudono la Conferenza buffa, dedicati all’amore e al perdono e tratti dall’omonimo libretto dell’autore, appena edito da AnimaMundi. E’ vero, viene da pensare, che “la prima necessità dell’uomo è il superfluo” (pare che l’abbia detto Einstein), perché ciò che è vero e bello può parere inutile, ma è riconosciuto e sposato dall’animo. La rassegna Cunté Munfrà è stata promossa dall’Unione Colli Divini – nel cuore del Monferrato e della casa degli alfieri /Archivio Teatralità Popolare ed è sostenuta dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRT e dalla Fondazione CRAsti. La direzione artistica di Cuntè Munfrà è di Massimo Barbero, l’ideazione è di Luciano Nattino.