Autore Redazione
giovedì
4 Luglio 2019
05:00
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Cronaca - Alessandria

Guala Closures “firma” collaborazione con Hicap per nuovi passi nel mercato cinese

Inizia con la firma apposta sul “memorandum di intenti” la collaborazione tra il Gruppo Guala Closures e Hicap, secondo produttore cinese di chiusure per liquori
Guala Closures “firma” collaborazione con Hicap per nuovi passi nel mercato cinese

SPINETTA MARENGO – Inizia con la firma apposta sulmemorandum di intenti la collaborazione tra il Gruppo Guala Closures e Hicap, secondo produttore cinese di chiusure per liquori.

In viaggio per l’Europa con una delegazione guidata dal vicesindaco della municipalità di Luzhou, Fu Xiaoping, il presidente e amministratore delegato di Hicap, Ruiyuan Sun, ha visitato lo sede di Spinetta Marengo della multinazionale leader nella produzione di chiusure in alluminio per superalcolici, vini e bevande. Un ritorno, in realtà, perché Ruiyuan Sun, ha raccontato, era già entrato nel vecchio stabilimento della Guala Closures ma oggi ha potuto apprezzare le “nuove e più avanzate tecnologie che rendono il Gruppo “una eccellenza del settore” e “la realtà più grande” con i suoi 29 stabilimenti produttivi nei 5 continenti e una commercializzazione di prodotti che raggiunge più di 100 Paesi.

Dal 2002 Guala Closures è presente anche in Cina con uno stabilimento produttivo e nel corso degli anni più volte il presidente di Hicap ha aperto le porte della sua azienda al presidente e amministratore delegato del Gruppo Guala Closures, Marco Giovannini. I due si conoscono “da 15 anni” e nel tempo hanno coltivato rapporti caratterizzati dagli “alti e bassi” dettati dalla “concorrenza” ma con una “stima reciproca” alla base che ha sempre lasciato aperta la possibilità di una collaborazione. “L’Italia ha una lunga tradizione di conquiste a piccoli passi e, come ci insegnano i cinesi, bisogna avere pazienza” ha scherzato Giovannini siglando “il memorandum”.

Un primo passo che avvicinerà le due aziende sul fronte dello “scambio di informazioni”. Il Gruppo Guala Closures ha sviluppato un particolare sistema di digitalizzazione e Hicap a sua volta ne sta implementando uno sul mercato cinese, utile anche al controllo delle accise. Con il dialogo e lo scambio di informazioni, quindi, Hicap e Guala Closures cercheranno di muovere nuovi passi nel mercato cinese, che conta il più alto consumo in litri di liquori e superalcolici e che è già arrivato al quinto posto mondiale per produzione di vino.

Ed è ad esempio famosa per un distillato che tradotto significa “vino bianco”, anche se in realtà non somiglia “al nostro” vino bianco, la municipalità di Luzhou, detta anche “la città dei liquori” ha spiegato il vicesindaco con delega a Industria, Economia e Comunicazione Fu Xiaoping. Diversi potrebbero essere, quindi, i punti d’interesse in comune con un territorio noto per i suoi vini rossi, ha spiegato aprendo le porte della sua “città dei liquori” al vicesindaco di Alessandria, Davide Buzzi Langhi. La collaborazione tra il Gruppo Guala Closures e Hicap può rappresentare “un modello” da seguire per allargare la collaborazione tra il territorio e la Cina.

Anche se il vino cinese ha caratteristiche diverse da quello nelle nostre bottiglie, la Cina è già arrivata ad essere la “quinta potenza del mondo” in questo settore. E sul fronte dei distillati, ha sottolineato il presidente e amministratore delegato di Guala Closures è proprio un prodotto cinese in vetta al mondo. Magari non molto noto in Italia, il baijiu Moutai è il più bevuto della Cina, e quindi del mondo, e la più famosa azienda produttrice del distillato vanta un asset di più di mille miliardi di Yuan di capitalizzazione.

Rimanere solo alla finestra di un mercato con questi numeri non è una strategia di medio lungo/periodo per una società che lavora nel campo dei superalcolici, del vino e delle acque di lusso” ha chiarito Marco Giovannini. Il memorandum, quindi, è un primo passo verso il futuro. “Il Gruppo Guala Closures realizza prodotti complessi e vanta più brevetti ma anche Hicap ha una buona tecnologia.  Dobbiamo però costruire il futuro su qualcosa che sia davvero di nuova generazione, perché il passato non interessa più”.  

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