Autore Redazione
martedì
9 Luglio 2019
01:20
Condividi
Cronaca - Alessandria

Ecomafie 2019: in provincia in netto aumento ciclo illegale del cemento e racket animali

La provincia è nei primi tre posti in Piemonte per i reati legati al cemento e agli animali
Ecomafie 2019: in provincia in netto aumento ciclo illegale del cemento e racket animali

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – I numeri del dossier Ecomafie 2019 svelano alcuni problemi in provincia di Alessandria. Se infatti il territorio si colloca al sesto posto in Piemonte per il ciclo dei rifiuti, con 24 infrazioni accertate, 22 denunce e 4 sequestri, ad allarmare è il ciclo illegale del cemento. L’Alessandrino in questo caso registra il secondo piazzamento dietro Cuneo, con 28 infrazioni, 20 denunce e 2 sequestri. Un sensibile peggioramento rispetto all’anno prima quando furono solo 9 le infrazioni e 5 le denunce (sesto posto in Piemonte). Poco lusinghiero anche lo scenario legato al racket degli animali visto che la provincia si piazza al terzo posto in regione (13 infrazioni, 5 denunce e 3 sequestri). In questo ramo analizzato dal dossier, rientra il giro di denaro sui traffici di cani e gatti con finti pedigree o di animali esotici, il bracconaggio e il contrabbando di fauna selvatica, le scommesse illegali sulle corse clandestine dei cavalli (un terzo dell’intero fatturato) e i combattimenti fra cani. Ma nel novero delle attività vanno inseriti anche il racket del pesce, la macellazione clandestina, i furti di bestiame e le sofisticazioni alimentari.

Nel quadro più generale l’illegalità nel settore dei rifiuti continua a crescere, sia per numero di infrazioni, 7.984 (l’anno prima erano state 7.312), sia in termini di persone denunciate, 9.828, e sequestri, 3.091, mentre registra un lieve calo il numero di arresti, 93. Nella quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa è stato rilevato il 47% delle infrazioni sul totale nazionale (in cifre, pari a 3.756); il numero più alto di reati è stato verbalizzato in Campania (1.589), Puglia (947), Calabria (657) e Sicilia (563). La Toscana è la prima regione del Centro con 634 infrazioni (802 denunce e 181 sequestri), che quest’anno è riuscita persino a scavalcare al quarto posto della classifica la Sicilia, che se n’è viste contestare 563; segue il Lazio (545), la Lombardia (535), il Piemonte (402).

Sulla stessa linea anche la situazione del cemento con la crescita esponenziale, in tutto il Paese, dei reati contestati, 6.578, per un incremento rispetto al 2018 che supera il 68% (quando erano stati 3.908). Per la prima volta rientrano nel conteggio anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato, guadagni ottenuti grazie a false attestazioni o omissione di informazioni alla Pubblica amministrazione. Boom pure di denunce, 8.694 (+74,7%) e sequestri, 1.619, mentre calano gli arresti, 35 (erano 48 nel 2017).

Cresce anche l’incidenza dell’illegalità nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, che supera il 48%. La Campania guida la classifica con 1.169 infrazioni (1.677 denunce, 1 arresto e 308 sequestri), davanti alla Calabria (789) – che ha pure il record di arresti (21) –, Puglia (730), Lazio (514) e Sicilia (480). Il Veneto è la regione del Nord leader della classifica con 306 infrazioni, poco sotto la Sardegna (287), la Lombardia (268) e la Liguria (220) ma il Piemonte è al decimo posto.

Condividi