30 Agosto 2019
01:00
Prezzo delle nocciole in rialzo ma spaventa la cimice asiatica
PIEMONTE – Il primo prezzo rilevato per la produzione delle nocciole è di 340/360 euro a quintale, cifra in aumento rispetto all’anno precedente. Il dato è emerso a Castagliole delle Lanze al termine della Fiera della nocciola organizzata dal Comune e dalla Cia di Asti (25-26 agosto scorsi). Sebbene il prezzo sia indicativo è tendenzialmente in aumento rispetto all’anno scorso e potrà subire variazioni a seconda dell’andamento definitivo della raccolta aperta solamente da qualche giorno.
Anche quest’anno preoccupa però la cimice asiatica, causa di enormi danni in agricoltura e in modo diffuso su tutte le colture. Questo parassita, per cui non esiste ancora un rimedio efficace, punge i frutti e i sintomi associati a queste punture sono lesioni, imbrunimenti, deformazioni e anomalie cromatiche sui frutti, con scadimento commerciale della produzione. La cimice asiatica può deporre dalle 100 alle 500 uova (250 in media).
Commenta la produttrice corilicola e vicedirettrice Cia Alessandria Cinzia Cottali: “Il prezzo rilevato a Castagnole, se mantenuto, sarebbe equilibrato e potrebbe soddisfare tutta la filiera, ad iniziare ovviamente dai produttori. Purtroppo però le quantità non sono elevate, a causa della cascola di giugno e luglio di quest’anno particolarmente abbondante, e la qualità del prodotto giunto al termine della maturazione è compromessa dall’incognita cimice. La sua presenza è rilevata in tutto il territorio, attraverso i monitoraggi di trappole e frappage effettuati nelle nostre Aziende, ma fino a quando non si faranno i primi campionamenti del raccolto non sapremo esattamente in quale percentuale quantificare il danno arrecato dall’insetto, che impatterebbe pesantemente sulla resa, con il rischio addirittura di vedere l’intera produzione dell’annata deprezzata e svalutata al momento della vendita”.
Spiega il responsabile tecnico Cia Alessandria Fabrizio Bullano: “Il clima della primavera è stato assolutamente penalizzante per la coltura ed ora in raccolta se ne pagano le conseguenze, con la presenza di una notevole quantità di nocciole vuote in cui il seme non si è sviluppato. Si assiste inoltre al fatto che molti frutti, che presumibilmente non hanno terminato la maturazione, siano ancora sulle piante e non accennino a cadere, prolungando in modo inusuale il momento della raccolta. Circa il problema cimice, da qualche tempo è attivo e opera un Osservatorio Regionale che mettendo insieme tecnici, istituzioni scientifiche e industria, cerca le soluzioni ottimali al contenimento di questo insetto. Purtroppo la lotta ad Halyomorpha halys è particolarmente difficile, da un lato per la scarsa presenza di molecole insetticidi efficaci, dall’altra in quanto insetto che arriva da altre latitudini non ha nemici specifici sul nostro territorio che possano contenerlo efficacemente ed in modo naturale. Sulla ricerca e l’utilizzo di limitatori si sta lavorando sollecitamente, l’Università di Torino ha in campo una serie di prove atte a valutare l’efficacia e il possibile rischio di introduzione di insetti importati dai luoghi d’origine della cimice ma purtroppo soluzioni di breve periodo per il momento non se ne intravedono. Il consiglio è quello di seguire le indicazioni tecniche che sono diramante a seguito dei coordinamenti e di sperare che il clima sia più favorevole soprattutto nel delicato momento dell’allegagione dei frutti”.