5 Settembre 2019
01:19
La storia di Anna Maria, alla ricerca della sua famiglia biologica in provincia
VALENZA – Tutto parte da un litigio, avvenuto 26 anni fa. Quel giorno, a 14 anni, Anna Maria scoprì che i suoi genitori in realtà erano quattro. La mamma adottiva, nel pieno di una litigata, maledisse il dì in cui aveva adottato la figlia. Impossibile per lei dimenticare quella data, altrettanto impossibile soffocare la volontà di trovare i genitori naturali che oltre 50 anni fa la lasciarono da sola, fino a 9 anni.
La storia di Anna Maria parte da Valenza, la città in cui è nata il 19 novembre 1968. Poi, a 3 anni, una bambina alta e bionda, trova una nuova casa e saluta per sempre il brefotrofio di Alessandria, in via Porta, sebbene continui a vivere in città fino a 18 anni per poi trasferirsi a Milano. Un luogo che in pochi anni ha lasciato dei segni indelebili nei ricordi di Anna Maria, a cominciare “dai soffitti altissimi e le pareti bianche” per arrivare al fastidio tuttora vivo “per ogni porta che sbatte“. Anna Maria cresce e non dà troppo peso ai suoi capelli d’oro, così diversi dai quelli bruni dei genitori adottivi, né si cura della evidente differenza di altezza. Fino al giorno della lite che spalanca un mondo di domande senza risposta.
Oggi Anna Maria vuole capire cosa sia accaduto nei primi anni della sua vita per dare un senso ai suoi interrogativi. Ha quindi lanciato un appello per capire chi siano i suoi genitori. Un percorso avviato su facebook, con un messaggio sulla pagina “Sei di Valenza se” sfruttando anche i documenti ottenuti dal Tribunale di Milano, città in cui attualmente vive insieme al marito e ai figli.
Anna Maria nel tempo aveva provato a parlare con il padre ma l’argomento era sempre stato tabù e quella ricerca è rimasta incastrata nella testa. A complicare tutto una mamma danese convinta, in buona fede, di essere la madre naturale: “Lei mi aveva mostrato alcune mie foto durante le gare di nuoto che effettivamente facevo in provincia di Alessandria e in Piemonte. La storia che mi aveva raccontato era risultata credibile ma alla fine si rivelò non rispondente al vero. Abbiamo scoperto che le carte non erano corrette e la bambina che cercavano non ero io”.
Un altro vicolo cieco quindi e anche i tentativi di avere informazioni dal padre adottivo falliscono: “Ha sempre vissuto con sofferenza ogni argomento legato all’adozione, poi si ammalò e così misi da parte la mia curiosità ripromettendomi di scavare nel passato quando mio papà sarebbe mancato“.
Si arriva quindi ai giorni nostri: “Nel 2016 ho quindi cominciato a chiedere, ho avviato le pratiche al tribunale di Milano e nel 2019 ho ottenuto le risposte e tutti gli incartamenti“. Con alcuni dati alla mano è quindi iniziata la ricerca stringente di Anna Maria, che ancora oggi continua, nella speranza di conoscere anche i suoi due fratelli naturali anche loro citati nelle carte: “un mese prima del mio matrimonio infatti, 25 anni, fa, un ragazzo molto simile a mio figlio andò a casa di parenti ad Alessandria chiedendo di me. Mia zia, al corrente della mia storia ma non autorizzata a parlare, gli disse che non ero rintracciabile così tutto si arenò. Questa storia è venuta alla luce a Pasqua e ha alimentato ulteriormente il desiderio di ricostruire il passato alimentata anche dai miei figli che vogliono conoscere il resto di questa storia“.
Anna Maria, nel suo racconto, tradisce l’emozione e il desiderio di trovare il pezzo di un passato che la rincorre senza mai trovarla. Un sentimento più che condivisibile e animato anche “dalla necessità di ricostruire il mio passato genetico visto che mio figlio ha un problema serio a una gamba di carattere ereditario“.
In mano oggi Anna Maria ha il cognome “Stellati” che però “allora era molto comune per i bambini abbandonati perché voleva dire ‘nati sotto una buona stella’, tuttavia ho recuperato il certificato di battesimo con il nome di una signora che ho contattato e con cui ho già parlato scoprendo nuovi dettagli.” Con lei si incontrerà a breve ma intanto proprio grazie a quel contatto ha scoperto che il giorno del battesimo “un uomo altissimo e distinto si presentò prima della cerimonia” per metterle al collo “una colonnina al collo e poi sparire”. Secondo la madrina quel signore era suo padre.
I genitori biologici di Anna Maria, sui documenti, figurano come della provincia di Alessandria e presto Anna Maria andrà all’ufficio anagrafe della Provincia per tentare di dare umanità a quel certificato di nascita che oggi come allora reca scritto “Anna Maria Stellati di ignoti“. Intanto spera che i suoi appelli possano risvegliare i ricordi di qualcuno, di qualcuno che ricordi una bambina bionda nata a Valenza quasi 51 anni fa.