Autore Redazione
giovedì
31 Ottobre 2019
05:00
Condividi
Cronaca - Alessandria

Differenziata. Ad Alessandria tre progetti fermi al palo: “mancano i soldi”

L'assessore all'Ambiente, Paolo Borasio, ha spiegato così il silenzio dell'amministrazione rispetto al nuovo sistema di raccolta rifiuti che dovrebbe aumentare la percentuale di differenziata nel capoluogo
Differenziata. Ad Alessandria tre progetti fermi al palo: “mancano i soldi”

ALESSANDRIA – Quasi a fine 2019 Alessandria è ancora lontana dal centrare l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. In base all’ultimo rapporto di Legambiente, il capoluogo è fermo al 44,3%. Il 2020, però, è ormai dietro l’angolo e i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo, hanno deciso di sollecitare l’assessore all’Ambiente, Paolo Borasio, a discutere delle strategie dell’amministrazione in merito al sistema della raccolta rifiuti, prima di incappare nelle eventuali sanzioni delle Regione Piemonte.

Nei mesi scorsi, hanno ricordato i pentastellati, l’assessore Borasio aveva indicato la data del 30 aprile per definire il nuovo sistema di raccolta, parlando di un investimento tra i 6 e i 7 milioni di euro. I mesi, però, sono  passati e ora Serra e Gentiluomo chiedono di analizzare pubblicamente il progetto redatto da Amag Ambiente,fermo da marzo sulla scrivania dell’assessore”.

Di progetti sulla scrivania del membro della Giunta, in realtà, ce ne sono tre.  Amag Ambiente, ha spiegato Borasio, ha calcolato costi e benefici per la città in caso di porta a porta spinto, con i cassonetti intelligenti su strada che si aprono solo con una chiavetta elettronica e con un sistema misto 2+3. I costi per ciascuno dei progetti oscillano tra i 6 e gli 8 milioni di euro e qui nasce il problema. Il Comune di Alessandria “non ha un euro da investire ha spiegato l’assessore all’Ambiente, che ha quindi rinviato ogni eventuale discussione perché, senza soldi, “oggi sarebbe come discutere del nulla”.

Palazzo Rosso sta cercando di aiutare Amag Ambiente a ottenere i finanziamenti necessari. Alessandria, però, non raggiungerà l’obiettivo 2020 di differenziata, tranne nel caso di una improvvisa, quanto improbabile, presa di coscienza di massa su quello che si butta e dove si butta.

L’amministrazione, quindi, non è ferma per mancanza di idee ma di soldi e, tornando alla scelta dei cassonetti, “complessivamente” oggi è “più orientata verso quelli intelligenti da collocare lungo le strade. In centro verrebbe comunque mantenuto il porta a porta “perché non si può pensare di mettere bidoni in strada in via Dante o Corso Roma” , anche se oggi, “complici anche i pochi controlli”, la differenziata nel cuore del capoluogo arriva solo al 42%, ha spiegato l’assessore.

Tutti e tre i progetti sono comunque ancora sul tavolo di Borasio: “Non c’è un sistema perfetto. Ogni scelta ha pro e contro”. Ad Alessandria serve però “una operazione radicale, e che sia una volta per tutte ha puntualizzato Borasio, che ha conteggiato in città circa 50 tipologie diverse di contenitori dei rifiuti, tra cassonetti e bidoncini, conseguenza delle “scelte completamente diverse” prese dalle amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Con la certezza di avere “i soldi in tasca” l’amministrazione discuterà del nuovo sistema di raccolta rifiuti ad Alessandria, ha quindi assicurato Borasio. La scelta sarà “il più possibile condivisa”, ha aggiunto, ma “comunque in capo all’amministrazione”.

La pensa diversamente il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Michelangelo Serra. “Anche senza soldi per il pentastellato è importante “iniziare ora la discussione con i cittadini e i portatori di interesse proprio per evitare quelle “scelte unilaterali” che hanno creato “la distesa di cassonetti” ammassata in zona cimitero con i relativi danni economici per tutta la collettività.

Condividi