Autore Redazione
lunedì
4 Novembre 2019
18:23
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Cronaca - Novi Ligure

ArcelorMittal lascia l’Ilva. L’allarme dei sindacati e le prime reazioni

Il gruppo anglo-indiano ha notificato ai commissari straordinari dell'azienda la volontà di rescindere dall'accordo siglato un anno fa per l'affitto con acquisizione dell'Ilva spa e di alcune controllate
ArcelorMittal lascia l’Ilva. L’allarme dei sindacati e le prime reazioni

NOVI LIGURE – ArcelorMittal vuole lasciare l’ex Ilva di Taranto nei prossimi 30 giorni. La multinazionale dell’acciaio ha comunicato ai commissari straordinari l’intenzione di rescindere dall’accordo per l’affitto con acquisizione dell’Ilva spa e di alcune controllate, siglato un anno fa.

L’intesa, infatti, ha lasciato aperta la strada del recesso in caso di introduzione di un provvedimento legislativo sul piano ambientale che renda impossibile gestire o attuare il piano industriale nello stabilimento di Taranto. Una condizione che, a quanto pare, la multinazionale ritiene si sia ora verificata.

Per fare marcia indietro, ArcelorMittal starebbe facendo leva sull’eliminazione dello scudo penale dal decreto Salva-Imprese  e sui provvedimenti emessi dal Tribunale di Taranto che obbligano a completare alcune prescrizioni sull’altoforno 2 di Taranto entro il 13 dicembre.

Dura, a livello nazionale, la reazione dei sindacati, ovviamente in allarme per il ritorno in Amministrazione Straordinaria degli impianti ex Ilva e per la conseguente sorte dei lavori. Il segretario nazionale Fim Cisl, Marco Bentivogli, ha definito quanto accaduto come “un capolavoro di incompetenza e pavidità politica”. La segretaria nazionale Fiom, Francesca Re David, ha quindi sollecitato la convocazione urgente di un tavolo per risolvere la crisi e convincere ArcelorMittal a rivedere una decisione che per il leader Uil, Carmelo Barbagallo, prefigura una catastrofe industriale per il nostro Paese”.

“Il problema dello scudo penale era noto”, ha spiegato a RadioGold il Segretario Fiom Alessandria, Anna Poggio ma c’erano “interlocuzioni in corso”. La sindacalista della Cgil, quindi, non si aspettava un’azione così netta e il ritiro dall’operazione Ilva dell’azienda che, con questa decisione, pesa anche sullo stabilimento di Novi Ligure. La speranza, ha aggiunto il segretario provinciale Fiom, è che le parti trovino “un accordo” per mantenere la produzione d’acciaio nel nostro Paese e tutelare tutti gli oltre 10 mila lavoratori degli stabilimenti ex Ilva, tra cui i circa 800 di Novi Ligure.

La crisi dell’ex Ilva ha subito mobilitato il consigliere regionale Pd, Domenico Ravetti, che ha chiesto alla Regione di approvare un atto di indirizzo “come segno di vicinanza ai lavoratori del gruppo di tutti gli impianti interessati: oltre a Taranto e Genova, anche quelli dello stabilimento di Novi Ligure e quelli di Racconigi” e per mettere in campo le possibili iniziative per tutelare tutti i lavoratori.

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