13 Dicembre 2019
07:13
Polo chimico: condanne confermate in Cassazione
ALESSANDRIA – È stata ribadita, in Cassazione, la decisione della Corte d’Appello di Torino sul processo contro il polo chimico. La Suprema Corte ha confermato il disastro innominato colposo che ha prodotto tre condanne (a un anno e 8 mesi di reclusione con i benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione nei confronti di tre dirigenti del Servizio Ambiente e sicurezza di Ausimont e Solvay che hanno gestito il polo chimico di Spinetta), quattro assoluzioni e una prescrizione. Secondo gli avvocati di parte civile il lungo iter ha permesso di imporre una reale bonifica della falda anziché interventi “insufficienti” come il piazzamento iniziale di quattro pozzi di barriera. Diversa la posizione della Solvay che ha giudicato il risultato finale “del tutto inatteso perché dopo la definitiva assoluzione degli amministratori delegati e la riconosciuta insussistenza del reato di avvelenamento delle acque destinate all’alimentazione, vi era la ragionevole aspettativa che anche il reato di disastro ex art. 434 cp venisse escluso, tenuto conto della storicità della contaminazione e della assenza di eventi specifici nell’epoca di gestione Solvay“.
Il procuratore Generale durante la sua requisitoria ha definito il disastro ambientale avvenuto a Spinetta “un fatto grave” e da “brividi” bollando le pene inflitte nei giudizi precedenti come “risibili” e ha auspicato migliaia di cause per gli indennizzi. Il processo per il caro “emergenza cromo 6” era iniziato nel 2012 in Corte d’Assise.