18 Dicembre 2019
16:30
A Spinetta più tumori: “Aiutateci a capire come siete esposti”
ALESSANDRIA – Gli studi epidemiologici commissionati dal Comune nel 2017 e condotti da Arpa e Asl Al hanno scattato una “nuova fotografia” su Spinetta e, in particolare su un raggio di 3 chilometri dal Polo Chimico, e fatto emergere “incrementi di rischio” per alcune patologie.
I tumori nel loro complesso sono il 19% in più rispetto al resto della città di Alessandria. La percentuale sale, però, se si considerano i tumori epatici e delle vie biliari (46 in totale, 27 tra i maschi e 19 tra le donne). Queste specifiche patologie tumorali sono il doppio tra i residenti uomini di Spinetta e, complessivamente, comprese quindi anche le donne, il 30% in più rispetto al resto della città. Analizzando i dati sanitari dei ricoveri dal 2001 al 2017, la parte di studio affidata ad Arpa ha inoltre evidenziato per l’area di Spinetta Marengo “incrementi di rischio” a carico dell’apparato cardiocircolatorio e “incrementi statisticamente significativi e andamento crescente con la durata della residenza” per patologie non tumorali a carico dell’apparato genitourinario (in tutto 1337 ricoveri).
Anche lo studio condotto dall’Asl Al analizzando i dati le schede di morte Istat, riferite al periodo dal 1996 al 2016, ha fatto emergere “eccessi di mortalità specifica” a Spinetta Marengo, in particolare per tumori maligni, risultati il 18% in più tra gli uomini e il 17% in più tra le donne rispetto alla media regionale.
Gli studi epidemiologi, hanno precisato gli esperti di Arpa e Asl, hanno evidenziato “incrementi di rischio” che sono cosa diversa dalla “certezza”. Non vuol dire, quindi, che se una persona abita in quella determinata zona svilupperà quella specifica patologia. Gli studi, inoltre, per quanto riguarda la parte condotta da Arpa sono frutto dell’analisi di informazioni anagrafiche, dati sanitari anonimi dei ricoveri e archivi INAIL per le esposizioni lavorative. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha spiegato Cristiana Ivaldi, si è concentrata su “coorti residenziali” e non occupazionali, ossia ha escluso lavoratori ed ex lavoratori del Polo Chimico e della Michelin, chi ha vissuto per meno di un anno a Spinetta e i cittadini che “hanno mutato il livello di esposizione”, ossia che hanno spostato la residenza nel tempo considerato dallo studio. Arpa, ha aggiunto, ha inoltre preso in esame i modelli di dispersione in aria degli inquinanti fornito dalla Solvay “e validati da Arpa” e ha confrontato gli effetti in base ai diversi livelli di esposizione.
L’Asl Al, hanno spiegato Claudio Rabagliati ed Enrico Guerci, ha invece approfondito i precedenti studi di mortalità condotti sulla popolazione della “Fraschetta” analizzando le cause di decesso dei cittadini che hanno abitato nel concentrico di Spinetta dal 1996 al 2016 (in media 7950 persone all’anno, tra cui 3917 maschi e 4033 femmine) e ha poi studiato il trend delle 1641 morti complessive del ventennio a Spinetta con i dati provinciali e regionali.
Una modalità di raccolta dati che rappresenta “un limite”. Alcuni incrementi per specifiche patologie, come ad esempio quelle a carico dell’esofago, potrebbero essere legate ad abitudini personali come l’assunzione di alcol. Sul mesotelioma, poi, andrebbero valutate possibili esposizioni all’amianto magari legate ad occupazioni passate.
È quindi importante proseguire il lavoro di Asl e Arpa raccogliendo maggiori informazioni per identificare fattori di rischio individuali, da esempio attraverso singole interviste e questionari anche per avvicinarsi a un eventuale “nesso di causalità” tra determinati inquinati e patologie. Arpa e Asl, ha aggiunto il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco insieme all’Assessore all’Ambiente Paolo Borasio, hanno comunque già svolto “un lavoro prezioso”. In una “situazione complessa” non c’è “la madre di tutte le soluzioni” ma gli studi sono fondamentali per “affrontare i problemi”.
Gli Enti, ha spiegato il Direttore di Arpa Alessandria Alberto Maffiotti, vogliono trovare un modo per far “convivere” le attività industriali della zona con la popolazione e hanno bisogno di aprire “un dialogo i cittadini” per migliorare la qualità della loro vita. Proprio in quest’ottica è stato organizzato l’incontro per presentare i dati degli studi ai medici di base e ai pediatri che operano nel territorio per garantire una corretta informazione e divulgazione ai cittadini. A Spinetta “non incide solo il Polo Chimico”, ha precisato il Direttore di Arpa Alessandria, e tramite i medici di famiglia si si potrebbero studiare tutte le possibili vie di esposizione dei cittadini. Una potrebbe anche essere il Rio Lovassina, ha ad esempio ipotizzato Maffiotti: “potrebbero esserci dei pozzi non autorizzati che i privati usano per gli orti che che potrebbero però essere inquinati dalle acque del rio che ha un apporto di inquinanti importanti”.
La fotografia scattata su Spinetta con gli studi epidemiologici sarà però utile anche in sede di Autorizzazione Integrata Ambientale per richiedere dei “limiti” alla Solvay. La situazione ambientale nel sobborgo di Alessandria “è diversa”, ha puntualizzato il Direttore di Arpa. “Stiamo chiedendo e chiederemo ancora all’azienda bonifiche efficaci per le falde, che le emissioni delle sostanze gassose e dai camini vengano ridotte, e annullate dove possibile, e che l’impianto di depurazione abbia una maggiore funzionalità”. Gli studi epidemiologici, ha concluso Maffiotti, aiuteranno quindi a rafforzare la richiesta “in forza del principio di precauzione” di introdurre dei limiti per sostanze che oggi non li hanno per legge. Volontà è poi quella di imporre una accelerata gli interventi di bonifica“che devono interessare maggiori porzioni del territorio e terminare prima della data target del 2029”.