8 Gennaio 2020
08:56
Le più belle e divertenti citazioni sulla nebbia
ALESSANDRIA – La nebbia. Chi abita nell’alessandrino – e più in generale al Nord – la conosce bene. C’è chi la ama e chi la odia. Chi la aspetta tutto l’anno per il suo modo di ovattare tutto e chi non vede l’ora che se ne vada per riabbracciare l’estate. C’è anche chi ne dipinge ritratti bellissimi. E non con il pennello ma a parole. Umberto Eco, che di nebbia ad Alessandria ne ha vista, scriveva:
“E la mia città diventa ‘bella’ (o almeno conturbante quanto la Fosca del nostro concittadino Tarchetti). Città fatta per essere vista tra il lusco e il brusco, andando rasente i muri. Non deve cercare la sua identità nel sole, ma nella caligine. Nella nebbia si cammina piano, bisogna conoscere i tracciati per non perdersi, ma si arriva sempre e lo stesso da qualche parte. La nebbia è buona e ripaga fedelmente chi la conoscee la ama. Camminare nella nebbia è più bello che camminare nella neve calpestandola con gli scarponi, perché la nebbia non ti conforta solo dal basso ma anche dall’ alto, non la insudici, non la distruggi, ti scivola affettuosa d’ intorno e si ricompone dopo il tuo passaggio, ti riempie i polmoni come un buon tabacco, ha un profumo forte e sano, ti accarezza le guance e si infila tra il bavero e il mento punzecchiandoti il collo, ti fa scorgere da lontano dei fantasmi che si dissolvono quando ti avvicini, o sorgere all’ improvviso di fronte delle figure forse reali, che ti scansano e scompaiono nel nulla“.
Nebbia che che conoscono bene anche all’estero. Perché Londra, un po’ come Alessandria fatte le dovute differenze, è la città di quella bruma fitta che si alza dalle sponde del Tamigi. Ne parlava così Oscar Wilde:
“È l’incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose.”.
Ma che direbbe una persona che viene dal Sud Italia di questa grigia compagna che tutto ovatta e nasconde? Nel suo film Benvenuti al Nord l’attore comico Alessandro Siani diceva: “Quando uno va al Nord piange due volte. La prima quando arriva. La seconda quando se ne va, pecché vede ‘a nebbia, vede ‘o smog e pensa: “Uah, guagliu’ addò so’ stato fino a mò?!“.
Da un attore all’altro. Ecco cosa sosteneva il grandissimo Totò: “Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c’è la nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c’è la nebbia a Milano?“.
Se vogliamo rialzare il livello aulico della conversazione non possiamo che citare Giosuè Carducci e l’inizio della poesia San Martino: “La nebbia a gl’irti colli Giuseppe Ungaretti in Sereno, scritta nel 1948, recitava: “Dopo tanta nebbia a una
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar
[…]“.
a una
si svelano
le stelle.
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
[…]“.