Autore Redazione
giovedì
16 Gennaio 2020
02:17
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Cronaca - Valenza

Patto tra scuole e aziende orafe e ora “la città sostenga la scuola e l’arte”

Nelle mani dei giovani il futuro dell'arte orafa valenzana
Patto tra scuole e aziende orafe e ora “la città sostenga la scuola e l’arte”


VALENZA – Le aziende orafe valenzane, il Comune e le scuole credono nella vocazione del distretto e altrettanto deve fare la comunità. Con questo accorato appello la dirigente dell’istituto Cellini di Valenza, Maria Teresa Barisio, ha concluso la conferenza stampa che ha illustrato i percorsi destinati ad avvicinare gli studenti al mondo del lavoro per ridurre al minimo la distanza tra le esigenze delle imprese e le prospettive occupazionali dei giovani. Gli sforzi di questi mesi stanno creando terreno fertile per il futuro della città, “in un mercato che per almeno i prossimi 5 anni è dato in crescita – ha spiegato il sindaco Gianluca Barbero“. La Fondazione Mani Intelligenti e gli istituti formativi come il Cellini stanno lavorando per “coltivare competenze e far sì che Valenza diventi il luogo dove si mandano i figli per imparare“.

Questo è quanto succede nella scuola d’arte valenzana. Il nuovo anno scolastico ha infatti già avviato un’alternanza scuola-lavoro strutturata che prevede la presenza dello studente un giorno fisso a settimana in azienda. Al contempo è partito l’apprendistato di primo livello finalizzato al diploma per le classi 4° e 5°. Mercoledì sette studenti hanno firmato il contratto in ditte della città proseguendo il lavoro formativo intrapreso da tempo. Inoltre partiranno un corso Istituto tecnico Superiore e un corso post diploma incentrato sulla formazione dei prossimi “Tecnici di processo del Gioiello”. Progetti tutti avviati insieme alle aziende che stanno quindi partecipando attivamente alla creazione dei futuri orafi, salvaguardando l’arte e la tradizione del distretto. La dimostrazione di questa collaborazione era tangibile ieri durante l’inaugurazione del nuovo laboratorio di progettazione con i computer grafici per la progettazione in bella vista e con un entusiasmo palpabile tra studenti e insegnanti.

“Il rapporto con le aziende – ha spiegato Maria Teresa Barisio – permette di imparare la tradizione orafa che si può apprendere solo dai maestri ormai presenti solo nelle aziende. In questo modo possiamo compensare la parte formativa culturale con quella pratica necessaria alla realizzazione dei gioielli, il bene più grande della città”.

La trasmissione delle competenze è quanto vuole perseguire la Fondazione Mani Intelligenti, sempre più aperta alle aziende e a chi vuole tutelare un patrimonio unico, quello della conoscenza: “Abbiamo bisogno di persone che vogliono donare, a chi vuole imparare, le competenze e la maestria – ha spiegato Alessia Crivelli, Presidente della Fondazione. Nelle vene dei valenzani scorre veramente l’oro ed è una capacità talmente innata che ci siamo dimenticati di possederla. Molti non si rendono conto di quanto sono bravi ed è fondamentale preservare questa arte innata nei maestri valenzani”.

Da qui, ha spiegato  Gianluca Cravera, direttore della Fondazione, “l’impregno di far crescere le imprese, un vanto non di numerosità ma di necessità per fare in modo che il modello formativo assuma un valore nazionale nella filiera del made in Italy. La sfida è formare per le esigenze delle aziende ma anche per il sistema. Oggi l’impresa entra nel processo di formazione durante e non alla fine”. Valenza dunque torna al centro del mondo orafo, lo fa con prepotenza e con uno sguardo in prospettiva. Questi scenario rende orgoglioso il primo cittadino che sabato sarà alla fiera di Vicenza “per tagliare il nastro ed è la prima volta per un sindaco ci Valenza. Siamo arrivati a un traguardo che non avrei mai immaginato cinque anni fa”.

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