17 Gennaio 2020
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Se i nonni salvano le famiglie dalla povertà: “Situazioni presenti anche in Provincia”
ALESSANDRIA – In Italia 7,4 milioni di famiglie vivono di pensione. Questo significa che un nucleo su tre vede negli assegni Inps la principale fonte di reddito. Un dato, fornito dall’Istat, che la dice lunga tanto sull’invecchiamento della popolazione quanto sulle difficoltà lavorative ed economiche in cui versano molte famiglie del nostro Paese. Tanto è vero che la presenza di un pensionato all’interno di nuclei considerati vulnerabili – dal punto di vista finanziario – permette di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà.
E la cosa non va tanto meglio in Provincia di Alessandria dove i pensionati “fungono purtroppo da ammortizzatori sociali. Questo significa che il nostro è un Paese con difficoltà lavorative profonde e importanti“, spiega Marino Boido, Segretario generale provinciale del sindacato pensionati Spi Cgil, a RadioGold. Spesso succede che, anche nell’alessandrino, “uomini e donne con assegni piuttosto bassi danno qualcosina per aiutare i figli per pagare bollette, reggere i mutui o affrontare spese improvvise che potrebbero minare l’economia interna della famiglia“. Come sindacato la Spi Cgil ha anche raccolto esperienze estreme: “Capita che i pensionati rinuncino a curarsi per sopperire alle esigenze dei figli e dei nipoti. Ho raccolto testimonianze di uomini e donne che preferiscono non andare dal dentista per aiutare in casa“.
Un altro dato emerso che riguarda da vicino proprio il territorio provinciale è quello, “passatemi il termine, di un restringimento della libertà personale di giovani e anziani“. Un’immagine forte che dipinge una situazione in parte drammatica. “Nelle città, in un’ottica di risparmio, le famiglie preferiscono ricongiungersi. Questo permette di ridurre le spese legate ad affitto, condominio e bollette“, spiega ancora Boido. Che poi porta il caso di chi “per aiutare i figli in questo atto di ricongiungimento è disposto a vendere anche la casa per avere liquidità importanti da investire nel tentativo di ripianare situazioni economiche limite“. Il dato si fa più forte nelle città, dove il costo della vita è maggiore, rispetto che alle campagne o zone collinari. In queste seconde la famiglie, a maggioranze proprietarie di abitazioni, riescono a mantenere – salvo casi limite – la propria indipendenza pur attuando il processo di mutuo aiuto tra pensionati e persone in età lavorativa.
A questi casi però si aggiungono anche esempi classificabili come negativi: “Pensionati hanno preferito rinunciare alle vacanze al mare per assecondare un capriccio del nipote come un cellulare ultimo modello o un motorino. Ecco la società consumistica di questo nuovo millennio ci porta anche ad atti del genere. A questi pensionati dico sempre: meglio una settimana in spiaggia e uno smartphone normale al nipote che privarsi di tutto per un oggetto futile“.