Autore Redazione
sabato
18 Gennaio 2020
11:23
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Cronaca - Eventi - Valenza

Dal mito la rinascita. Recensione di “Piccolo canto di Resurrezione” a Valenza

Dal mito la rinascita. Recensione di “Piccolo canto di Resurrezione” a Valenza

VALENZA – E’ un percorso avvolgente e condiviso, “Piccolo canto di Resurrezione”, che parte da radici ataviche per scendere in storie individuali. Presentato ieri, 17 gennaio, nel bel Teatro Sociale, dove il canto polifonico trova una perfetta acustica, lo spettacolo della compagnia Piccolo Canto, nell’ambito della stagione Apre e della rassegna Concentrica, ha rivelato il suo fascino e la sua spiritualità.

Sul palco cinque cantanti-attrici immergono immediatamente in un’atmosfera ipnotica e sacra con una versione polifonica di “L’infanzia di Maria”, da “La buona novella” di Fabrizio De André, e subito arrivano allo spunto leggendario da cui è scaturito il tema morte-rinascita. Francesca Cecala, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Ilaria Pezzera, Swewa Schneider impersonano, con un lavoro di grande ricerca gestuale e vocale, la Loba (lupa), figura trasversale della mitologia centroamericana, dai tanti nomi e dal potere di ridare vita agli scheletri dei lupi. Dalla radice arcaica e mitica, resa con assonanze e dissonanze vocali, timbri grotteschi e aspri, gestualità di insieme magmatica, si passa a storie di morte e rinascita personali. Riguardano amori finiti (e il richiamo mitologico qui è con Eros e Thanatos), abbandoni, perdita del lavoro, quindi dell’identità sociale, e molto altro. La rinascita comporta anche sfumature umoristiche, nei nuovi amori che risorgono dalle ceneri dei vecchi, ed è nel commento corale, che sa di chiacchiericcio, che “Piccolo canto…” diventa accattivante e sorridente. E’ un’evoluzione nutrita da canti popolari e religiosi in diverse lingue ( l’inglese del Gospel, il latino del canto sacro…), un crescendo musicale che rivela una bravura e una sintonia di insieme singolari. Meno coerente il prosieguo drammaturgico delle narrazioni, talvolta un po’ debole nei temi e nella loro concatenazione, ma compensato dallo splendore corale complessivo. Il finale risuona in tutti gli angoli del teatro, con le protagoniste che scendono dal palco e cantano in vari punti della platea. Da brivido.

Il prossimo appuntamento della stagione Apre al Teatro Sociale di Valenza sarà, sabato 1 febbraio, “Capolavori”, di e con Mauro Berruto (già allenatore della nazionale italiana di pallavolo), con la regia di Roberto Tarasco.

 

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