29 Gennaio 2020
09:25
Dove sono finiti i giorni della merla? Così è cambiato il clima negli anni
ALESSANDRIA – Temperature minime che faticano a scendere sotto lo zero e massime che ricordano più la primavera che l’inverno. Ecco che i giorni della merla, nell’immaginario comune i più freddi dell’anno, in questo 2020 non ci saranno. O per lo meno non nelle consuete tre giornate che vanno dal 29 al 31 gennaio. Colpa di un evento di alta pressione che porterà le massime ad aggirarsi tra i 12 e i 17 gradi. “In questi giorni stiamo vivendo anomalie termiche. Se le temperature minime possono entrare nel range stagionale del Piemonte, sono le massime a essere nettamente superiori“, spiega a RadioGold il direttore di Arpa Alberto Maffiotti. Queste anomalie si protrarranno anche “nei prossimi giorni e questo inciderà sulle temperature medie dell’anno“.
Del resto “stiamo vivendo un periodo in cui le anomalie climatiche, anche violente, sono sotto gli occhi di tutti. E non solo per la temperatura. Basti pensare alle recenti alluvioni, alle piogge straordinariamente abbondanti, all’innalzamento delle falde acquifere che si trovano in Provincia“, aggiunge Maffioti. Le atipicità che il Piemonte, così come il resto d’Italia, sta vivendo “devono essere campanelli d’allarme” e metterci in guardia su come il clima “sta mutando“. Il direttore di Arpa precisa che “non è l’anomalia di per sé a cambiare il clima, quanto piuttosto la loro somma. Basti pensare all’attuale mese di gennaio, completamente diverso da quello che potevamo vivere 20 o addirittura 10 anni fa“.
Si inserisce anche in questo contesto l’appuntamento a Palazzo Monferrato del 30 gennaio dal titolo La fragilità del territorio e i cambi climatici: azioni preventive e interventi. In quella sede si parlerà “dell’estremizzazione del clima e in che modo cambiano i comportamenti che dobbiamo tenere in situazioni a noi nuove“, puntualizza Maffioti. Per poi aggiungere come “il cambiamento climatico porta a una modifica degli interventi di salvataggio e prevenzione da parte di Vigili del Fuoco e Protezione Civile. Ma anche dei singoli cittadini che si devono confrontare con un modo nuovo di valutare e calcolare i pericoli di un fiume in piena, di piogge abbondanti, di possibili frane o del vento“.
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