Autore Redazione
lunedì
3 Febbraio 2020
03:44
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Cronaca - Alessandria

Abbonamenti stile Netflix per risollevare i locali, i ristoratori si dividono

Abbiamo chiesto ai gestori di locali alessandrini se l'idea del flat food fosse fattibile: ecco cosa ci hanno risposto
Abbonamenti stile Netflix per risollevare i locali, i ristoratori si dividono

ALESSANDRIA – Un abbonamento in stile Netflix ma per i ristoranti. Si chiama flat food, ovvero cibo a forfait, e promette di rivoluzionare il mondo della ristorazione con tariffe forfettarie appetibili – e come non potrebbe esserlo visto l’argomento trattato – tanto per i clienti quanto per i ristoratori. Il suo funzionamento è tanto semplice quanto geniale. Gli avventori potranno scegliere di pagare una tariffa mensile per cenare tutte le sere presso un determinato ristorante senza dover pagare ogni volta il conto, mentre i ristoratori potranno fidelizzare il cliente e avere un guadagno assicurato per almeno un mese consecutivo. Una sorta di all you can eat che non punta però sulla quantità quanto piuttosto sulla longevità del servizio. L’esperimento in Italia è già partito ed è stato abbracciato dal ristorante WeeDoo di Padova che offre un abbonamento da 149 euro al mese (circa 5 euro al giorno) e al Gabarè di Ravenna con svariate opzioni che vanno dai 120 del solo pranzo sino ai 400 euro per il ‘pacchetto famiglia’. Ma il flat food potrebbe funzionare anche ad Alessandria? Lo abbiamo chiesto ad alcuni ristoratori alessandrini.

Bisogna subito dire che il progetto ha scatenato un vivace dibattito frutto di visioni e pensieri diversi tra generazioni ma anche tipologie di locali. Incuriositi e pronti a sperimentare, seppur con qualche accorgimento rispetto ai prezzi sopracitati sono stati i giovani oltre a chi ha appena aperto. “Sarebbe un buon modo per farsi conoscere e lanciare il locale“, ci spiegano. Altri sostengono che l’idea di partenza è buona poiché si offrirebbe un’alternativa “all’all you can eat che tanto va di moda tutto sta nel trovare il format vincente perché non si possono offrire sempre le stesse tre o quattro pietanze per contenere i prezzi di un abbonamento da 150/200 euro“.

E proprio questa considerazione ci porta ad analizzare un aspetto importante del flat food, ovvero quello del guadagno. Cosa non da poco per chi già deve lottare con la crisi, tasse e una clientela ondivaga che spesso segue le mode del momento. “Guadagnarci è praticamente impossibile. Se facciamo pagare a un cliente un abbonamento mensile a 200 euro vuol dire che un primo, un secondo e un contorno con acqua naturale o gasata costa circa sette euro. Come si sopravvive così?“, ci spiega un ristoratore che in poco tempo ha fatto i conti davanti a noi. Discorso diverso per alcune pizzerie che “un abbonamento da 200 euro lo faremmo sottoscrivere“. Basti pensare che a listino una Margherita costa tra i 4 e i 5 euro a cui si può aggiungere una bevanda per un costo totale di 6/7 euro. “Il margine di guadagno è poco però si fidelizza il cliente“. A questo si deve aggiungere che “difficilmente, per quanto ci farebbe piacere, un cliente mangerebbe pizza ogni giorno. Ecco che magari il profitto arriverebbe da tutte le volte che l’abbonamento non viene sfruttato“.

I più restii sono però i ristoranti tradizionali. “Se pensiamo che un primo, per avere un minimo di guadagno, costa tra i 6 e i 10 euro mentre un secondo tra i 10 e i 15 quale potrebbe essere il guadagno di un abbonamento del genere?“, ci spiegano in molti. In effetti, calcolatrice alla mano, la media della spesa del cliente si aggirerebbe intorno ai 20 euro a pasto, ben al di sopra dei circa 7 previsto dal flat food. Questo provocherebbe a una perdita complessiva di circa 390 euro da parte di un qualsiasi gestore. La proposta arriva ancora una volta dai più giovani che approvano il progetto ma con alcune modifiche. “Bisogna ragionarci su. E magari pensare che clienti e ristoratori si vengano incontro. Noi nel pensare a 10/15 euro per un primo, un secondo e un contorno bevande incluse e il cliente non pretendere più di spendere 150 euro al mese ma tra i 300 e i 450“, spiegano.

Certo in questo caso verrebbe un po’ meno l’idea di flat food, ma se ci pensate bene anche in questo caso ci sarebbe un bel risparmio per chi ama mangiare lontano dalle mura domestiche e un discreto guadagno anche per chi gestisce un ristorante.

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