Autore Redazione
venerdì
7 Febbraio 2020
11:22
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Cronaca - Alessandria

Come difendersi e riconoscere il bullismo: i consigli della dottoressa Bobbio

Il fenomeno dilagante in questa società frenetica e iperconnesa analizzato da una esperta che lavora sul territorio alessandrino
Come difendersi e riconoscere il bullismo: i consigli della dottoressa Bobbio

ALESSANDRIA – Bullismo e cyberbullismo. Due fenomeni tra i più temuti in questa nostra frenetica società moderna. In occasione del 7 febbraio, data della giornata nazionale contro questi atti, ne abbiamo parlato con la dottoressa Alessia Bobbio educatrice professionale, pedagogista e mediatrice familiare oltre che responsabile dello Studi 360 gradi psicoterapia, pedagogia, formazione.

Voglio subito premettere una cosa importante: il termine bullismo oggi come oggi è abusato. Si deve parlare di bullismo unicamente se si è davanti ad atti persecutori reiterati nel tempo“, ha precisato. Poi il discorso è subito entrato nel vivo con alcuni dati legati al fenomeno e che lo vede in maggiore presenza “nelle elementari per poi diminuire con il passare degli anni in concomitanza di una maggiore maturità dei soggetti“.

Dati Istat del 2014, su un campione di 4.095 studenti tra gli 11 e i 17 anni, dicono che l’indice di vittimizzazione è del 22% nei bambini tra gli 11 e i 13 anni. Percentuale che diminuisce e diventa del 17% tra i 14 e i 17enni. Ad essere vittime di bullismo sono soprattutto le femmine (20%) piuttosto che i maschi (18%) e tra gli istituti superiori gli atti persecutori avvengono soprattutto tra i liceali. “Si sfatano così alcuni falsi miti. Non esistono scuole dove il bullismo è assente. In tutte le scuole può succedere che ci sia un caso di bullismo, violenza o utilizzo di sostanze. Questo fa parte di un’età adolescenziale che è un’età di trasgressione e di test dei propri limiti“, ha spiegato ancora la dottoressa Bobbio.

A questo si aggiunge il fenomeno in crescita del cyberbullismo: “C’è la tendenza a nascondersi dietro lo schermo ed esarcitare un atto di bullismo postando in Rete qualcosa che possa denigrare. Sfortunatamente il cyberbullismo è molto più difficile da gestire da parte degli adulti che hanno il compito da fare da supervisore e rete di contenimento per questi atti“. Fortunatamente, spiega ancora la dottoressa Bobbio, “la Polizia Postale è presente ed è molto utile nell’arginare atti persecutori online. Il consiglio che do ai genitori è di rivolgersi a loro perché hanno le competenze e le esperienze per affrontare tematiche del genere“.

Proprio l’utilizzo indiscriminato di Internet è dannoso per i più giovani che “continuano a rimuginare su quegli avvenimenti online. Colpa di una iperconnessione che li porta a restare sempre in contatto con quel trauma provocato dai bulli. Depressione e sindrome post traumatica possono colpire i nostri giovani“. Questo si trasforma in isolamento piuttosto che un andamento scolastico in calo rispetto al solito. In questo senso l’aiuto dei genitori può e deve essere fondamentali. “Le mamme e i papà devono mantenere un rapporto di fiducia e dialogo con i propri figli. A questo si aggiunge la necessità di dare regole comportamentali rispetto la net-education, ovvero come utilizzare il web“, ha consigliato la dottoressa Bobbio.

Continueranno per tutto il 2020 gli interventi dei centri antibullismo per educare su come famiglie ed educatori possano riconoscere eventuali segnali d’allarme. Ricordiamo a tutti che è anche attivo un numero vedere istituito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per denunciare fenomeni persecutori reiterati. Il numero è: 800 66 96 96.

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