10 Febbraio 2020
06:10
Tutti gli stili possibili. Recensione di “La lettera” alla Mezza Stagione
COSTIGLIOLE D’ASTI – Uno spettacolo storico, nato nel 1992 e rappresentato in quarantun paesi del mondo, che diventeranno quarantadue a marzo, con la prossima tournée in Perù. “La lettera” di e con Paolo Nani e la regia di Nullo Facchini, presentato alla Mezza Stagione del Teatro Municipale domenica 9 febbraio, in orario pomeridiano, per consentire la partecipazione ad un pubblico numeroso e di ogni età, è un piccolo capolavoro. Il criterio minimalista è evidente: un tavolo, una sedia, pochi oggetti e un grande interprete, dalla formazione artistica maturata nell’Odin Teatret e a Ferrara nel Teatro Nucleo, di origine argentina. In “La lettera” emergono teatro fisico, clownerie, giochi di prestigio, la capacità di trasmettere con poche parole, grugniti e grammelot situazioni e contesti. Soprattutto emerge un’espressività totale, che coinvolge ogni muscolo del corpo e crea una comunicazione continua ed esilarante con lo spettatore, che non cessa di divertirsi e ridere, si ferma dopo la fine per parlare con il protagonista e ride ancora, in una conversazione dopo spettacolo tra il confidenziale e il teatrale. Dopo una premessa in grammelot, che evolve in parlata dialettale, lo svolgimento diventa un susseguirsi di quadri, in cui le stesse azioni vengono ripetute in stili diversi, preannunciati da titoli su cartelli. Il riferimento, seppur molto libero, è ad “Esercizi di stile” di Queneau, libro del 1947, un’unica storia scritta in novantanove stili differenti. Nani ripete una sequenza in cui si versa da bere, scrive, affranca e imbusta una lettera per poi riaprirla e gettarla. Tutto ciò in modalità “ripetizioni”, “all’indietro”, “sorpresa”, “sogno”, “pigro”…, riordinando e ripulendo la scena dopo ogni sequenza e introducendo così la successiva. Ci vuole una preparazione fisica non indifferente per saltare da fermo su una sedia, come una gestualità perfetta per simulare, nello stile “horror“, una trasformazione in mostro. Così, nella sequenza “cinema muto”, con il solo accessorio dei baffi alla Chaplin, sembra di vedere una comica vintage a scatti e, in quella “sogno”, emergono flamenco e tip tap, anche questi frutto di tanta esperienza teatrale. A volte sono gesti minimi a creare un collegamento con un bagaglio di memoria collettiva, come la postura del pistolero nel selvaggio West tramandato dal genere cinematografico, oppure si ride ad espressioni di sconforto di fronte ad un’impresa troppo difficile (in “senza mani”). Sempre si rimane incollati ad un continuum che lascia senza fiato. “La lettera” è godibile a più livelli. Tutti ridono e tanto, i bambini non resistono alle espressioni assolutamente esilaranti, gli adulti, oltre a ridere, riconoscono una maestria fuori dal comune e ne vengono conquistati.
Un meritato successo per il terzo spettacolo della Mezza Stagione organizzata e diretta dal Teatro degli Acerbi, realizzata dal Comune di Costigliole d’Asti e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo con il contributo delle Fondazioni C.R.Asti e C.R.T. e di importanti sponsor locali. La prossima data al Teatro Municipale di Costigliole sarà domenica 16 febbraio alle 16, con un altro appuntamento internazionale per famiglie: “Klinke” di Artemakia, di e con Olivia Ferraris e Milo Scotton.