18 Febbraio 2020
19:44
Legge su affidi, Caucino: “Non accetto lezioni da chi non ha figli”. Ed è polemica
TORINO – Bufera social e non solo sulla leghista Chiara Caucino. L’assessore con delega ai Bambini della Giunta Cirio è finita nel mirino a causa di alcune sue dichiarazioni legate al progetto Allontanamento zero e fatte dopo la manifestazione di sabato con oltre 400 persone in piazza che chiedevano il ritiro della proposta di legge. “C’è chi parla e non è nemmeno madre, forse prima di parlare dovrebbe passare per quel sacro vincolo. Accetto qualunque critica, ma non da donne che non hanno figli. Sono arrabbiata con chi non capisce che non strumentalizzo i bambini e che il mio interesse è tutelarli“, avrebbe detto – come riportato dai maggiori quotidiani nazionali – Chiara Caucino.
Dichiarazioni che hanno fatto scattare le reazioni indignate del Pd. “Assessora Caucino, conferma queste dichiarazioni? A chi si riferisce? Forse al Gruppo del Pd che, da mesi, si sta battendo perché non venga smantellato il sistema degli affidi? Forse si riferisce alla consigliera Monica Canalis, l’unica donna e peraltro senza figli, e quindi non legittimata ad occuparsi di ‘Allontanamento Zero’?“, domanda in una nota il Capogruppo dei dem Domenico Ravetti. Che poi rilancia e chiede le dimissioni dell’assessore: “Nel Gruppo del Pd c’è una sola donna, non ha figli e si sta battendo per tutelare bambini vittime di situazioni tremende. Se è vero che l’ha tirata in ballo lei, assessore Caucino, si dovrebbe dimettere“.
Per il Capogruppo di Leu, Marco Grimaldi, le dichiarazioni dell’assessore leghista sono sessiste dato che “se una donna senza figli non è compiutamente donna e non ha diritto di parola in materia di infanzia (gli uomini invece dicano pure ciò che vogliono)“. Nel post pubblicato sui social network scrive – quasi a scherno – di una divinizzazione da parte di Caucino “del rapporto fra figlio e madre naturale e il disconoscimento totale del vincolo genitoriale, affettivo e pedagogico che si ha con i padri, con i genitori adottivi, con le famiglie affidatarie. Dal Presidente Cirio mi aspetto che chieda all’Assessora Caucino pubbliche scuse nei confronti delle donne che ha offeso“.
Parole analoghe sono arrivate dal M5s, con la sindaca Chiara Appendino che ha definito “inqualificabili le affermazioni dell’assessora leghista Chiara Caucino, sul ruolo della donna e sulla sacralità del vincolo genitoriale come mero fenomeno biologico“. Per poi aggiungere che “se questi sono i presupposti da cui nascono le sue proposte di legge, si spiega la totale inconsistenza e dannosità del ddl Affidamenti zero“. Anche la sindaca pentastellata, in una nota, ha chiesto le scuse dell’assessore.
“Le mie parole sono state travisate e strumentalizzate“, spiega invece a Radio Gold Chiara Caucino. Che poi annuncia “querele per delle frasi che sono state dette da alcuni membri dell’opposizione e che ledono la mia persona facendomi passare per ciò che non sono“. L’assessore precisa come il suo non volesse essere un atto discriminatorio né tanto meno sessista: “Stavo parlando degli allontanamenti e ho specificato, forse anche immedesimandomi perché sono una mamma, che il peso di una azione del genere lo può comprendere una madre, piuttosto che un padre. Chi non è genitore lo può solo immaginare. Proprio come io posso solo immaginare che cosa significhi per un nero o un omosessuale le eventuali discriminazioni che vivono sulla loro pelle e che io condanno. Perché io non sono né l’una e né l’altra cosa. Questo voleva essere il senso della mia frase“.
E sulle accuse del Capogruppo Ravetti “posso rispondere che il consigliere Monica Canalis in tutto questo non c’entra nulla. Non sapevo che non avesse figli. Anzi, dico a Ravetti che faccio l’assessore per tutelare i bambini e non per andare a spulciare nella vita privata dei colleghi“. A proposito di tutela Chiara Caucino spiega che la legge è stata fatta per aiutare i bambini: “Mettiamo al centro la famiglia, se questo non è possibile passiamo all’affido intrafamigliare e poi a quello eterofamigliare. Come ultima ratio istituzionalizziamo il bambino, ovvero lo affidiamo a una struttura. Tutto per preservare i bambini“.