27 Febbraio 2020
05:55
Impatto economico coronavirus? Turismo e manifatture i settori più colpiti
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Difficile prevederne l’entità ma l’impatto che il Coronavirus ha già avuto sull’economia nazionale e mondiale è già stato rilevante. Lo hanno sottolineato a Radio Gold due professoresse dell’Università del Piemonte Orientale.
“Per il momento è prematuro dire cosa ci aspetta” Eliana Baici, professore ordinario di politica economica, già direttore del Dipartimento Studi per l’Economia e l’Impresa “tutto dipenderà dall’estensione del fenomeno e dalla sua durata. Le misure adottate sono necessarie ma stanno rallentando i movimenti e ridurranno i consumi. In particolare sarà forte l’impatto sul turismo, sulla ristorazione e su tutti i luoghi che non potranno essere frequentati”.
Secondo la professoressa Baici occorre “tenere conto dell’emotività delle persone: temo che si sceglierà di ridurre i contatti con gli altri, anche al di fuori delle aree a stretto rischio. Molte imprese acquistano beni intermedi dalla Cina e dovranno interrompere la produzione, moltissimi ridurranno le importazioni. L’impatto economico non sarà trascurabile. Il mio augurio è che si torni in tempi ragionevoli a una situazione di normalità”.
Gli effetti economici dell’emergenza Coronavirus, inoltre, condizionano una economia italiana fragile: “Avevamo avuto segnali di ripresa, sembrava avessimo imboccato una strada promettente e ora questo rallentamento non ci voleva. Questi pochi giorni hanno già avuto un forte impatto. Il nostro sistema economico già procedeva con numeri bassi, con crescita intorno allo 0,. Basta poco per far fermare una macchina che già si muoveva lentamente. Se altri paesi riducono le importazioni l’impatto sul turismo sarà molto negativo, su lungo periodo. Già stiamo riscontrando segnali di rallentamento nelle prenotazioni. Anche quando il problema si risolverà alcuni flussi turistici sono purtroppo già persi. Psicologicamente questa vicenda lascerà strascichi anche in futuro. Il mio consiglio? Usare di più la ragione rispetto all’emotività: privilegiare freddezza e raziocinio, in questi casi la psicologia è fondamentale nel determinare i comportamenti sociali”.
Anche secondo Alessia Amighini, professore associato di politica economica ed esperta di globalizzazione, catene del valore e commercio internazionale oltre che di economia della Cina “l’impatto del contagio è e sarà grande. La Cina è il luogo dove sono localizzati fornitori di tanti settori produttivi: tutto questo ha prodotto uno shock di offerta, una riduzione della produzione. La domanda diminuirà, col rischio di un ridimensionamento dei volumi, offerti e domandati. Insomma, ci saranno problemi duraturi”.
Tanti i settori a rischio: “Mi riferisco alle piccole produzioni. Ho saputo, ad esempio, alle piccole produzioni artigianali di cappelli, bloccate perché dalla Cina non arrivano i tessuti. Per queste realtà occorre trovare in fretta una alternativa. L’aumento fisiologico dei prezzi ci sarà, a fronte di un livello dei prezzi che negli anni è stato relativamente basso. Ora il punto, però, è non interrompere le produzioni. Ci sono già società di consulenze internazionali che hanno aperto servizi nuovi di rilocalizzazione alternativa alla Cina. I settori più in difficoltà saranno quelli dell’elettronica, dell’automotive, della chimica, molto meno quello dell’agroalimentare. La manifattura andrà più in difficoltà, se non si riesce a organizzare una alternativa in tempi brevi i tempi per riprendersi saranno lunghi”.
Proprio nei giorni scorsi la professoressa Amighini è stata contattata e intervistata in diretta dalla BBC: “Mi hanno chiesto l’impatto economico e i legami economici tra il nostro paese e la Cina, oltre che la situazione del nostro territorio. Un consiglio? Non dobbiamo avere panico. Non siamo in grave difficoltà ma, d’altra parte, sarebbe sbagliato sottovalutare questa situazione. Insomma, stiamo tranquilli anche se è doverosa un po’ di sana prudenza”.
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