Autore Redazione
giovedì
5 Marzo 2020
11:38
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Cronaca - Casale Monferrato

Da Casale a Monaco di Baviera: fermata la banda di truffatori delle auto di lusso

Da Casale a Monaco di Baviera: fermata la banda di truffatori delle auto di lusso

CASALE MONFERRATO – La Polizia di Stato di Casale Monferrato ha deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria tre persone residenti in Campania e ritenute responsabili del reato di truffa aggravata. Le indagini erano iniziate sul finire del 2019 quando un casalese aveva presentato una denuncia-querela dopo aver venduto la sua Lamborghini Huracane per il valore di 185 mila euro. L’auto era stata pagata tramite assegno circolare regolarmente depositato in banca. Qualche giorno dopo tuttavia l’istituto di credito informava il venditore che il titolo era risultato contraffatto.

La Squadra Investivativa del Commissariato si è così subito attivata avendo già diversi elementi come il numero telefonico dell’autore del reato oltre ad alcune fotografie che lo ritraevano. Le indagini sono state portate avanti con il coordinamento della Procura di Vercelli. In poco tempo si è scoperto che il numero di cellulare apparteneva a un utente fittizio ma il traffico delle chiamate ha permesso agli investigatori di localizzare l’uomo nell’hinterland napoletano. Sempre attraverso il traffico telefonico si è risalito anche ai due complici che, dopo aver preso la Lamborghini a Casale, si sono diretti prima in Austria e infine in Germania. Qui, dopo tre giorni, sono ritornati in Italia ma senza la vettura rintracciata successivamente ancora con la targa di immatricolazione italiana a Monaco di Baviera.

Nel periodo seguente il personale del Commissariato di Polizia di Casale Monferrato si metteva in contatto con gli omologhi uffici tedeschi. Questo scambio di informazioni ha permesso di apprendere che la Lamborghini era stata fittiziamente venduta tramite un intermediario a un soggetto residente a Monaco di Baviera, per l’ipotetica somma di 151 mila euro. La svolta è avvenuta qualche tempo dopo quando uno dei truffatori veniva arrestato a Milano sempre per la stessa truffa. Questo ha permesso di fare chiarezza sull’attività della banda di malfattori dedita a reati inerenti all’indebita acquisizione di autovetture di lusso w successivamente esportate in altri Paesi europei per poterle reimmatricolare e vendere liberamente.

Le investigazioni hanno anche accertato che un collaboratore esterno, soprannominato “zio Gaetano” dalla banda, si fingeva un incaricato delle banche “fittizie” emittenti dei titoli di credito che erano forniti in pagamento per l’acquisto delle “supercar”. Nel caso il venditore avesse voluto rassicurazioni sull’assegno circolare, telefonicamente avrebbe confermato la sua genuinità. I truffatori, inoltre, avevano inserito in siti web dedicati utenze telefoniche di rete fissa associandole a finte filiali di istituti di credito per rendere ancora più credibile la truffa.

Al termine delle indagini preliminari il Pubblico Ministero ha emesso un decreto di rinvio a giudizio innanzi all’Autorità Giudiziaria di Vercelli per tutti e tre gli indagati che pertanto, nei prossimi mesi, verranno chiamati a rispondere dell’illecito contestato.

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