Autore Redazione
domenica
8 Marzo 2020
22:23
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Cronaca - Alessandria

Coronavirus: stop ai colloqui in carcere, i detenuti protestano. Lenzuola a fuoco

Coronavirus: stop ai colloqui in carcere, i detenuti protestano. Lenzuola a fuoco

ALESSANDRIA – In entrambe le carceri di Alessandria questa domenica alcuni detenuti hanno dato fuoco alle lenzuola e alle coperte per protestare contro la sospensione dei colloqui, un provvedimento deciso a fronte dell’emergenza coronavirus, mitigato dall’aumento della possibilità di effettuare telefonate ai propri cari e parenti. Questa contromisura, però, non ha placato le rimostranze. Lo ha riferito il sindacato Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria.

Questa domenica mattina la protesta ha riguardato il Carcere di San Michele. Tre agenti della Polizia Penitenziaria sono intervenuti per riportare la calma e sono rimasti feriti. Uno, in particolare, ha riportato la frattura di un braccio.

Questa sera la stessa cosa è avvenuta anche nel carcere Cantiello e Gaeta di Alessandria. Anche in questo caso sono stati appiccati dai detenuti degli incendi attraverso coperte e lenzuola. Anche al di fuori della struttura, in piazza Don Soria, si sentivano distintamente i rumori di oggetti sbattuti contro le inferriate delle celle. Anche questa protesta per fortuna è stata sedata.

“Il nostro auspicio che i detenuti comprendessero quanto le misure assunte dal Governo fossero comprese nel loro intento di tutelare la salute degli stessi reclusi oltre che dei loro familiari e del personale non sembra essere stato esaudito; ciò nonostante in questo particolare momento” ha sottolineato il segretario Generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria Leo Beneducisi devono individuare nelle proteste in atto gravi carenze nell’organizzazione e nella “catena di comando” tra l’Amministrazione Centrale e gli enti periferici della stessa amministrazione, laddove si appalesa un’assenza di coordinamento tra il centro e la periferia e nelle direttive che gli enti territoriali dovrebbero ricevere dall’amministrazione centrale rispetto al fatto ad esempio che i reclusi non dovrebbero subire danni o ritardi nel ricevimento dei pacchi – corrispondenza o delle somme di denaro che di regola ricevono dai loro familiari. Come peraltro specificato dall’Osapp l’impreparazione del sistema e i disagi ingiustificati del personale, in particolare di Polizia Penitenziaria che si trova a dover correre ai ripari rispetto all’emergenza in atto trovano motivazione nell’attuale lassismo dell’amministrazione penitenziaria centrale e nel disinteresse del Ministro Bonafede che non hanno ritenuto da mesi di prestare attenzione ai molteplici segnali di allarme provenienti dagli istituti penitenziari sul territorio nazionale e che trovano oggi alibi di manifestarsi a seguito delle misure assunte dal governo a significare, che ad avviso dell’Osapp, nell’attuale legislatura ovvero mediante la prossima dovranno necessariamente invertirsi politiche penitenziarie improntate a favorire la popolazione detenuta indipendentemente dalla natura e dalla gravità dei reati commessi”.

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