13 Marzo 2020
07:00
Coronavirus, l’appello di una pediatra: “Senza mascherine, siamo stufi e inascoltati”
ALESSANDRIA – “Se cadiamo noi, cade tutto il sistema sanitario”. Ai microfoni di Radio Gold una pediatra alessandrina, Sabrina Camilli ha raccontato le difficoltà di tanti suoi colleghi e di medici di medicina generale, costretti ad affrontare l’emergenza coronavirus senza un numero sufficiente di mascherine. “Non ce ne sono e, per le poche che siamo riusciti a reperire, dobbiamo dire grazie a conoscenti ed enti. Da venti giorni continuiamo a fare richiesta all’Asl che, però, ci dice che non ce ne sono più. In pratica dobbiamo arrangiarci: io le mie colleghe abbiamo fatto un ordine attraverso canali commerciali e ci hanno detto che fino a fine marzo non arriverà nulla. Ad alcuni miei colleghi, addirittura, è stato addirittura detto che potrebbero arrivare solo a metà aprile“.
“A livello nazionale” ha rimarcato la dottoressa Camilli “la categoria dei medici è una di quelle che conta più positivi al covid 19. Siamo a rischio e, continuando a lavorare in queste condizioni, rischiamo soprattutto di essere fonte di contagio”.
“Servirebbero le FFP2 e FFP3, andrebbero cambiate ogni otto ore. Noi, nel nostro studio, ne abbiamo due o tre, le cambiamo ogni due o tre giorni. Se lasciate al sole, infatti, garantiscono qualche ora in più ma ovviamente non basta”.
Ad aumentare lo sconforto dei pediatri, inoltre, c’è anche un altro aspetto. “Se da una parte Asl ci dice sostanzialmente di arrangiarci, dall’altra ci ha inoltrato una circolare ministeriale che imputa a noi eventuali responsabilità in caso di una mancata osservanza delle norme anticoronavirus durante le visite” ha raccontato la dottoressa Camilli “Ma come facciamo a rispettarle se mancano le mascherine? Non voglio accusare nessuno, il nostro non è un capriccio ma una situazione di necessità che vogliamo fare presente. Siamo scocciati e stufi, non siamo ascoltati. Da parte nostra utilizziamo tutte le precauzioni possibili: la disinfezione continua dei nostri strumenti, del tavolo, della scrivania. Ci laviamo le mani, laviamo i pavimenti con la candeggina e i pazienti entrano uno per volta. Non consentiamo che stiamo più di uno in una stanza”.
Contattata dalla nostra redazione l’Azienda Sanitaria Locale ha ammesso la carenza di mascherine, ricordando però che l’Unità di Crisi regionale ne ha appena acquistate in grande quantità e che dovrebbero arrivare a breve. “In merito alla circolare ministeriale” hanno precisato i vertici dell’azienda “c’è da rimarcare il fatto che era stata emanata all’inizio dell’emergenza. Il senso era invitare a non fare un uso improprio delle mascherine, a non sprecarle, a usarle con cautela. Inoltre” ha rimarcato l’Asl “va inoltre ricordato che i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta hanno con l’Azienda Sanitaria Locale un rapporto di convenzione, non sono dipendenti diretti. Purtroppo, in questo momento di carenza di mascherine, siamo costretti a dare la priorità ai nostri dipendenti: guardie mediche, infermiere per le cure domiciliari, medici di ambulatori e personale degli hospice”.