14 Marzo 2020
10:25
Coronavirus: l’ansia di una mamma che vorrebbe far tornare la figlia dalla Francia
ALESSANDRIA – Immaginate la preoccupazione di una madre che assiste impotente all’evoluzione dell’emergenza coronavirus mentre una figlia è all’estero. Nicoletta Cavanna, di Alessandria, è “un leone in gabbia” mentre cerca di trovare una soluzione per far rientrare la figlia in città. Se in Italia infatti la percezione della gravità della situazione è netta, all’estero lo scenario non sembra definito, anzi. Emma, 22 anni, studia in Francia, a Nizza, all’Università Ipag Business School (École du commerce et management Paris et Nice), ma a fine marzo il contratto di affitto della casa in cui si trova scadrà e il futuro è quanto mai incerto. Tutto questo in un Paese che non ha ancora adottato misure stringenti per contenere il virus. “Sono terribilmente preoccupata e io, come molti altri genitori italiani, – spiega Nicoletta – vorrei far tornare mia figlia per garantire una situazione più sicura rispetto alla Francia. Il problema è che Emma per tornare dovrebbe prendere tre treni sovraffollati perché lì non ci sono particolari divieti. Soltanto ieri (venerdì 13 marzo ndr) sono state prese alcune misure sui mezzi pubblici.” Impraticabile anche l’ipotesi del noleggio di un’auto visto che la somma necessaria ora supera abbondantemente i mille euro. La soluzione, pur dolorosa, spiega ancora Nicoletta, potrebbe essere quella di farla rimanere in Francia ma “l’approccio di quel Paese preoccupa al momento perché sono in programma le amministrative con un numero esagerato di persone che si troveranno alle urne e il rischio è di una potenziale diffusione del virus alto alla luce di quello che stiamo vivendo in Italia“. Inoltre, aggiunge la mamma di Emma, fino a poco tempo fa le lezioni avvenivano regolarmente in aule frequentate da circa 80 persone e solo recentemente sono stati chiusi atenei e scuole passando la didattica all’online.
A tutto questo si aggiunge il paradosso dell’impossibilità di trovare, in Francia, disinfettanti e mascherine che “a quanto dicono, sono state nazionalizzate e assegnate solo a categorie definite dal Governo“. Impossibile inoltre per Nicoletta raggiungere la figlia per recuperarla e portarla ad Alessandria: “Ho chiesto se posso muovermi per andare a recuperare Emma ma mi è stato risposto di no anche se mi sembra una situazione di necessità e quindi vivo con terribile ansia ogni giorno senza sapere come evolverà la situazione“.