Autore Redazione
mercoledì
25 Marzo 2020
05:42
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Cronaca - Valenza

Scuola Pascoli di Valenza contro il coronavirus: “Un gioiello per stimolare a donare”

L'obiettivo dell'Istituto Comprensivo Valenza A è contribuire all'acquisto di caschi per la ventilazione assistita
Scuola Pascoli di Valenza contro il coronavirus: “Un gioiello per stimolare a donare”

VALENZA – Non un’asta ma uno stimolo a donare, il prima possibile“. Anche l’Istituto Comprensivo Valenza A è pronto ad aiutare il personale sanitario, impegnato in prima linea contro il coronavirus.

Per questo il dirigente scolastico Maurizio Carandini ha annunciato la volontà di cedere il gioiello la “Presentosa” a chi si dimostrerà particolarmente generoso. L’intero ricavato sarà interamente devoluto all’Ospedale di Alessandria per l’acquisto di caschi per la ventilazione assistita.

“Si tratta di un pezzo unico, in oro, creato dai nostri studenti e realizzato dagli artigiani valenzani nell’ambito del progetto solidare a favore di Favale di Civitella del Tronto devastata dal sisma e dal disastro idrogeologico. Oggi lo vogliamo donare”. 

“Appena abbiamo postato online la notizia sul nostro sito ho ricevuto una offerta da una signora di Napoli” ha aggiunto il dirigente della Scuola Pascoli a Radio Gold “la mamma di un nostro studente, poi, ha chiamato specificando di non essere interessata al gioiello ma di voler comunque donare 500 euro”. 

 

Chi fosse interessato può contattare il numero 0131/941206 oppure scrivere alla mail carandini@smpascoli.191.it

Vogliamo fare in fretta e assegnare il gioiello il prima possibile, così da donare subito la cifra all’ospedale di Alessandria. Non c’è tempo da perdere” ha aggiunto Carandini, in questi giorni anche impegnato, tramite il Ministero dell’Istruzione, ad assistere al telefono colleghi dirigenti, insegnanti e tra pochi giorni anche famiglie della provincia di Bergamo, il territorio italiano più martoriato dall’epidemia.

Faccio parte della task force che il Ministro Azzolina ha incaricato di supportare, dal punto di vista psico-didattico, quelle zone” ha aggiunto Carandini “lunedì ho parlato al telefono per cinque ore di fila, ascoltando le storie e le esperienze di tanti colleghi e docenti: ho percepito una sofferenza diffusa ma dignitosa, non chiedono aiuti economici quanto piuttosto una parola di conforto, e noi siamo lì per quello”.

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