30 Marzo 2020
13:41
Coronavirus, infermiere 118: “Tampone per noi? Tardi, sappiamo già di essere positivi”
PIEMONTE – “Basta parole, vogliamo i fatti“. Un duro attacco alla politica quello rivolto da “uno dei tanti operatori del 118“, in una lettera rivolta ai vertici nazionali e regionali a proposito dell’emergenza coronavirus e divulgata dal sindacato Nursing Up del Piemonte e della Valle d’Aosta.
“Il Coronavirus sarà ricordato come il virus della solitudine, lo stato d’animo angosciante e triste che purtroppo i malati devono affrontare, spesso morendo lontano dagli affetti ma avendo a fianco persone che con coraggio e cuore gli terranno la mano nei loro ultimi istanti. Quelle stesse persone sono professionisti sanitari che poi, non solo muoiono di covid contratto sul lavoro, ma vivono con terrore giorno dopo giorno, sperando che nel prossimo turno che andranno a fare siano rimasti ancora dispositivi di protezione individuale, per non dover salire in ambulanza con niente addosso”.
“Dove siete politici e politicanti che riempite i social e le tv con immagini di eccellenze sanitarie fatte di eroi e di scelte sofferte ma essenziali per il bene della popolazione? Possibile che le vostre coscienze vengano zittite così facilmente davanti all’agonia del personale sanitario? Mancano le tute in Tyvek, le uniche che ci permettono, insieme alle maschere ffp2, di assistere i pazienti in sicurezza. E mentre noi non possiamo rifiutarci di compiere il nostro dovere, anche se viene meno il principio essenziale si sicurezza, senza incorrere in reati perseguibili penalmente, rischiando la vita voi cosa state facendo? Promettete. Promettete, cercando di indorarci la pillola, anzi pardon… la supposta. Adesso è partita la crociata del tampone per tutti gli operatori 118. Un contentino. È tardi ormai per quello. Non è il caso che vi affanniate a farcelo fare, sappiamo già di essere positivi! Pensate di donarci un po’ di tranquillità per un esame il cui esito richiederà giorni, durante i quali continueremo a lavorare senza le giuste protezioni?”
“Possibile che si sia ancora fermi alla distinzione tra caso sospetto e non, al momento dell’invio del mezzo di soccorso, al fine di una gestione oculata delle risorse come i dispositivi di protezione individuale, in un momento in cui tutti siamo potenzialmente infetti? I casi possono essere solo positivi o negativi, ma ciò lo si scopre solo dopo aver effettuato i tamponi ed è quindi un nostro diritto e dovere poterci vestire adeguatamente su ogni intervento per la nostra e per la vostra sicurezza”.
“Per non parlare delle sanificazioni sommarie che vengono effettuate sui mezzi con “potenti” spruzzini pieni di acqua e candeggina. Non ci manca la voglia, non ci manca la motivazione, ci mancano i dispositivi di sicurezza personali, ci mancano i fatti! Ormai le parole non servono più, avete perso di credibilità e la fiducia della gente. I privati con le loro donazioni stanno sopperendo alle vostre mancanze, alla vostra disorganizzazione ed è inaccettabile che coloro che giurate di non dimenticare nei vostri futuri provvedimenti ad oggi siano mandati al macello proprio da voi”.
L’operatore del 118 ha quindi concluso con un invito all’assessore Icardi, al presidente della Regione Cirio, al Capo dell’Unità di Crisi Coccolo, ai Direttori Generali delle ASL e ai presidenti Conte e Mattarella: “Lasciate i vostri uffici e salite con noi in ambulanza per un turno. Venite a provare voi stessi la solitudine e la paura che si prova ad ogni intervento senza dispositivi adeguati”.
“Il bonus di 100 euro, le promesse di riconoscimenti futuri, lasciateli per la propaganda politica delle prossime elezioni. Dateci la possibilità di servire il Paese fieri della nostra professione e professionalità e smettetela di farci implorare ciò che ci spetta: vogliamo sicurezza, vogliamo rispetto!”.