1 Aprile 2020
09:57
Il Viminale fa marcia indietro: “Con i figli solo uscite necessarie”
ROMA – ”Le regole sugli spostamenti non cambiano“. Lo comunica il Viminale in una nota dopo che nella giornata di ieri, martedì 31 marzo, aveva dato il via libera alle camminate dei figli con i genitori nelle prossimità delle loro abitazioni. “La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale“, si legge ancora nella nota. “In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute”.
Il ministero dell’Interno ha specificato che si potrà “uscire dalla propria abitazione esclusivamente nelle ipotesi già previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri: per lavoro, per motivi di assoluta urgenza o di necessità e per motivi di salute. Per quanto riguarda l’attività motoria è stato chiarito che, fermo restando le limitazioni indicate, è consentito camminare solo nei pressi della propria abitazione”.
La circolare di per se ha ribadito “che non è consentito in ogni caso svolgere attività ludica e ricreativa all’aperto e che continua ad essere vietato l’accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. La medesima circolare ha ricordato infine che in ogni caso tutti gli spostamenti sono soggetti a un divieto generale di assembramento e quindi all’obbligo di rispettare la distanza minima di sicurezza. Le regole e i divieti sugli spostamenti delle persone fisiche, dunque, rimangono le stesse“.
Il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, ha specificato ai microfoni di Radio Anch’io su Rai Radio 1 che “non c’è alcun allentamento dei controlli” e la circolare del Viminale si riferisce ai bambini molto piccoli quelli per cui “uscire è una necessità“, non certo “a un 15enne“. Crimi ha poi sottolineato che “non possiamo far pagare quello che sta accadendo ai bambini piccoli” che non possono essere “vittime dell’isolamento“.