5 Aprile 2020
11:22
Una alessandrina: “Io, mio marito e uno dei bimbi da una settimana in attesa di tampone”
ALESSANDRIA – “Ci hanno detto di avere pazienza ma ora è finita“. Queste le parole di Francesca, una alessandrina che ha inviato una lettera alla redazione di Radio Gold. Lei e altri due componenti della sua famiglia, il marito infermiere e uno dei loro bimbi, di 19 mesi, da rispettivamente 7 e 6 giorni sono in attesa del tampone perché presentano alcuni sintoni da coronavirus.
Il primo a non stare bene è stato proprio il marito, lo scorso 30 marzo: “Abbiamo fatto subito la segnalazione al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl e abbiamo inviato la richiesta di tampone. Nei giorni successivi, visto l’aggravarsi della situazione, il medico di base ha deciso di prescrivere un farmaco. Quindi mio marito lo sta assumendo senza sapere se è positivo o no, sulla base della clinica“.
Un giorno dopo, il 31 marzo anche Francesca e uno dei suoi due bimbi evidenziano alcuni sintomi come, nel caso della donna, tosse secca. “Ci mettono tutti in attesa di tampone. Sabato a me è salita la febbre a 37.5 gradi. Ho provato a contattare per tutto il pomeriggio il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica per segnalarlo ma ho sempre trovato occupato, così come per chiedere informazioni riguardo le tempistiche del tampone, visto che fino a sabato non avevamo mai “rotto le scatole”. Il medico di base, che è comunque sempre stato molto gentile nella gestione, dice che dobbiamo armarci di santa pazienza. Bene, la pazienza è finita”.
In questo momento, ha quindi concluso la nostra lettrice, “mio marito è per precauzione isolato in casa e io, sempre senza sapere se sono positiva o meno al covid, devo gestire due gemelli di 19 mesi. Si inneggiano tanto gli infermieri, poi quando è il vero momento di aiutarli, come mio marito in questo caso, l’Asl sembra che volti loro le spalle”.