14 Aprile 2020
01:28
È di Valenza la prima macchina che testa i migliori tessuti anti-droplet. My Family non si ferma
VALENZA – No, non ci ha mai pensato nessuno. Non esiste una macchina che testi in modo efficace la resistenza e l’impermeabilità dei tessuti, quelli impiegati per le mascherine. Un discorso quantomai attuale vista l’emergenza coronavirus e considerato che appare sempre più chiara l’importanza, per lungo tempo, di queste forme di protezione, quasi in ogni parte del mondo. Oggi però un’impresa locale ha colmato la lacuna e ha dimostrato spirito imprenditoriale e lungimiranza. Si tratta di My Family, realtà valenzana nota nel mondo per targhette e prodotti per cani, che recentemente ha deciso di riconvertire parte della produzione per realizzare mascherine. Nei giorni scorsi avevamo raccontato il lavoro imponente e gratuito a beneficio della città, e proprio da quello scenario l’amministratore delegato, Alessandro Borgese, ha percepito l’importanza delle mascherine di uso comune, in tessuto e non in plastica, per evitare di inquinare e con “specifiche caratteristiche tecniche che potessero bloccare i droplet“, le minuscole particelle di saliva che tutti noi emettiamo mentre parliamo o, peggio, starnutiamo.
Ma proprio qui è entrata in campo la creatività e la voglia di fare di chi è abituato a correre. Nel mondo infatti, ha spiegato Alessandro Borgese, “non esistevano macchinari per testare l’impermeabilizzazione dei tessuti“, i prodotti esistenti usano tecniche non adatte alle esigenze di chi usa le mascherine e quindi l’azienda si è mobilitata per produrre in pochissimi giorni la “prima macchina al mondo capace di testare in modo accurato la capacità di un tessuto di essere impermeabile ai droplet fino a 5 micron che viaggiano alla velocità di 320 km/h. Si chiama “Dropairtester”, il suo brevetto è stato depositato venerdì 10 aprile e permetterà a My Family di piazzare sul mercato mascherine per tutti i giorni con specifici e “affidabili” requisiti tecnici. La macchina testerà sia la capacità impermeabile dei tessuti, sia la respirabilità per raggiungere “l’equilibrio migliore che metta insieme le due caratteristiche“. L’apparecchio è dotato di uno spruzzatore che nebulizza ad altissima velocità un liquido, sparandolo sul tessuto da testare. In aggiunta una telecamera termica effettuerà un test empirico per visualizzare i droplet. La macchina costerà 50mila euro e My Family prevede di commercializzarla tra tre mesi circa.
In questo modo l’azienda offrirà un prodotto “per la popolazione” con aspetti tecnici chiari e testati, ha specificato Borgese, confermando il proficuo lavoro fatto finora. In soli 5 giorni dal lancio sul mercato delle mascherine infatti sono stati già registrati ordini per 50mila mascherine, “frutto di continui miglioramenti e ora ribattezzate “Stopdroplet“. Da Valenza quindi parte una nuova sfida che dimostra l’importanza del dinamismo e regala anche un po’ d’orgoglio all’alessandrino. “My Family – ha spiegato Borgese – ha risposto ai bisogni della comunità, ha prodotto migliaia di mascherine regalate al Comune di Valenza e ha mantenuto aperta l’attività, con 65 persone in azienda anziché a a casa in cassa integrazione. Per i prossimi tre mesi inoltre verranno garantite mascherine gratuite a 280 famiglie bisognose e verrà finanziata metà della somma per acquistare un kit di strumentazione medica da 1.500 euro da assegnare a 16 medici di base di Valenza”.