Autore Redazione
sabato
31 Gennaio 2015
00:00
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Cronaca - Alessandria

Lo smog soffoca Alessandria. Per il dossier Mal’Aria il capoluogo seconda città più inquinata d’Italia

Lo smog soffoca Alessandria. Per il dossier Mal’Aria il capoluogo seconda città più inquinata d’Italia

ALESSANDRIA – Lo smog, ancora una volta, soffoca Alessandria. L’ultimo dossier “Mal’Aria” di Legambiente ha piazzato il capoluogo al secondo posto nella classifica delle città più inquinate d’Italia. Solo i cittadini di Frosinone, secondo il dossier, respirano più smog degli alessandrini. La città laziale, nel 2014 ha infatti superato per 110 volte i limiti di Pm10, rispetto ai 35 giorni consentiti. Subito dietro si è piazzata Alessandria con 86 superamenti, seguita al terzo posto pari merito da Torino, Vicenza e Benevento con 77 superamenti. In base al monitoraggio di Legambiente sono però ben 33 su 88 i capoluoghi in cui almeno una centralina di monitoraggio urbana ha superato la soglia massima ammissibile per il PM 10 per più di 35 giorni (il 37% di quelli monitorati). Le prospettive per questo 2015, oltretutto, non sono certo rosee, Anche se solo alla fine di gennaio, ha sottolineato Legambiente, in Piemonte la situazione dell’inquinamento atmosferico appare già “fuori controllo”. Dal 1 gennaio a oggi ad Asti, Torino e Alessandria si è registrato un superamento un giorno su due della soglia massima giornaliera consentita per il PM10. Nel capoluogo di provincia la centralina peggiore è risultata quella del Volta, con 12 superamenti dal 1 al 25 gennaio. Un dato che ha piazzato Alessandria al 22° posto di della classifica ancora provvisoria “PM10 ti tengo d’occhio 2015”, questa volta dietro Asti all’ottavo posto con 17 superamenti già registrati dalla centralina di Baussano e Torino, al 10° posto con i 16 sforamenti in zona Rebaudengo.

Anche se si registra un leggero miglioramento dell’inquinamento atmosferico nelle nostre città e una riduzione nelle emissioni di alcuni inquinanti negli ultimi anni, i livelli di esposizione dei cittadini rimangono elevati e spesso ancora ben oltre le soglie consentite dalla normativa – ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. La “danza della pioggia” ha aggiunto “non può funzionare all’infinito” e per archiviare davvero le Smog City servono “soluzioni concrete per abbandonare o ridurre drasticamente l’uso dell’auto di proprietà, ancora la principale responsabile delle concentrazioni di inquinanti nell’aria“.

Tra le opere previste sul territorio piemontese dal decreto Sblocca Italia, ha ricordato Legambiente, ci sono però solo “un paio” di interventi antismog: l’avvio dei lavori di prolungamento della metropolitana di Torino verso Rivoli e lo sblocco dei finanziamenti per salvare la linea ferroviaria Cuneo-Nizza. Il provvedimento, secondo Legambiente, nel suo complesso avrebbe continuato ad agevolare l’asfalto (“alle autostrade vanno risorse pubbliche dirette e attraverso sgravi fiscali”), il petrolio (“con vantaggi per le trivellazioni”) e nuovo cemento. “Eppure proprio in un momento di crisi economica come quello attuale – ha evidenziato Dovana – bisognerebbe occuparsi di trasporto ferroviario locale, a partire dalla riattivazione delle 14 linee soppresse in Piemonte negli ultimi anni. Le risorse ci sono e sono sotto gli occhi di tutti: sono quelle previste per grandi opere di cui i cittadini non sentono minimamente il bisogno come Tav e Terzo Valico. Risorse che evidentemente sarebbero sufficienti anche a risolvere, ad esempio, l’annoso problema dell’ammodernamento della linea ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta e l’apertura delle stazioni Dora e Zapata del Servizio Ferroviario Metropolitano torinese. Ma che più in generale potrebbero tamponare l’emorragia di risorse, e conseguentemente di passeggeri, del trasporto pubblico locale“.

 

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