Autore Redazione
domenica
19 Aprile 2020
06:28
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Cronaca - Alessandria

La storia di Francesca e della sua quarantena infinita: “Il tutto senza tamponi”

La storia di Francesca e della sua quarantena infinita: “Il tutto senza tamponi”
ALESSANDRIA – A inizio aprile Francesca, una alessandrina sposata e con due figli, ci aveva contattato per raccontare la sua storia. La donna, così come gli altri componenti della sua famiglia, aveva infatti accusato sintomi riconducibili al coronavirus. Era il 30 marzo quando tutto è iniziato e questa storia non sabra ancora avere una fine. Solo il marito di Francesca è stato sottoposto a doppio tampone, il 14 e il 15 aprile, mentre lei e i suoi figli sono ancora in attesa.
Sabato 11 ho contatto il Sisp su consiglio della pediatra. L’ho fatto 12 volte per comunicare che mio figlio Lorenzo aveva diarrea da due giorni e tosse, mi hanno detto che avrebbero inviato un sollecito di tampone e tra martedì e mercoledì sarebbero venuti ad effettuarlo“, spiega la donna. Intano i giorni passano ma nessuno arriva per effettuare i test. Il 15 aprile, al contrario, “è arrivato il prolungamento della quarantena con sorveglianza attiva fino al 29/04“.
Una storia che sembra assumere i tratti del grottesco dato che “a oggi io e i miei figli siamo ancora in attesa di tampone, in stato di quarantena obbligatoria, direi più agli arresti domiciliari per un reato che non abbiamo commesso. Se fossimo tutti positivi adempirei ai miei doveri di cittadino e starei isolata senza batter ciglio, ma così, abbandonati a noi stessi (non siamo mai stati contattati dai medici del Sisp per monitorare le nostre condizioni cliniche) e senza sapere se in condizioni di positività o meno non lo trovo corretto“.
Anche perché per Francesca, essendo una libera professionista con partita Iva, “la quarantena è ovviamente una situazione di estremo disagio, lavorativo – sono una logopedista e seguo i miei pazienti in teleriabilitazione e ho la necessità di tanto in tanto di aggiornare il materiale che si trova in studio che ovviamente è chiuso al pubblico – e familiare, con due bambini piccoli due gemelli di 19 mesi. Ripeto, se giustificata da una condizione di positività avrebbe senso“. Da qui la denuncia finale per una situazione dura da comprendere: “Non siamo mai stati contattati, i tamponi sono ancora assenti a quasi 20 giorni dalla segnalazione dei sintomi e prolungamento ingiustistificato della quarantena“.
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