28 Aprile 2020
15:04
Confartigianato Piemonte: “Sconcertati dallo slittamento del take away. Cirio cambi idea”
PIEMONTE – Confartigianato Piemonte ha espresso la sua contrarietà al passo indietro del presidente del Piemonte Alberto Cirio rispetto al sì sulle modalità della consegna tramite take away che entreranno in vigore dal prossimo 4 maggio per gli esercenti della ristorazione.
“Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del Lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione. Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi?”.
“Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continua Felici – per consentire anche nel Piemonte almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni”.
Tutti i mestieri artigiani della ristorazione, a causa delle disposizioni imposte dai Decreti, da inizio marzo non hanno potuto effettuare la somministrazione dei loro prodotti e neanche vendere direttamente attraverso la modalità di semplice asporto dei prodotti. Inoltre, alcune attività artigiane, come per esempio le gelaterie e le pasticcerie sono state pesantemente danneggiate dalle disposizioni ancora in vigore. Queste, infatti consentono la commercializzazione dei gelati nei supermercati, attraverso i banchi frigo, e la negano alle piccole gelaterie artigiane. C’è però da sottolineare come queste ultime, allo stato attuale, avrebbero solo la possibilità di fare consegne a domicilio, attività che, per l’impegno richiesto e oneri burocratici ed economici da affrontare, risultano pesantissime da affrontare per esercizi di piccole dimensioni, a gestione familiare e senza dipendenti, che sono la maggior parte in questo settore.
“Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici – chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.
Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163 di cui 19.397 del settore dolciario.
In qualche regione, come Toscana, Abruzzo e Veneto, queste imprese possono invece vendere i loro prodotti già da ieri mattina. Per assicurare le necessarie garanzie sanitarie al consumatore, alle attività produttive è consentita la procedura per la vendita per asporto, che avviene tramite preventiva ordinazione online o telefonica e non presso l’esercizio, in modo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano in modo dilazionato, impedendo di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario alla consegna e al pagamento della merce.
Foto di jamesoladujoye da Pixabay