Autore Redazione
mercoledì
29 Aprile 2020
10:10
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Cronaca - Alessandria

“Oltre ad avere i negozi chiusi con matrimoni e cerimonie ferme ci manca il lavoro”. Il dramma (lavorativo) dei fotografi

“Oltre ad avere i negozi chiusi con matrimoni e cerimonie ferme ci manca il lavoro”. Il dramma (lavorativo) dei fotografi

ALESSANDRIA – Sono tante le categorie commerciali finite nel frullatore economico causato dall’emergenza sanitaria da coronavirus. In questi giorni si è parlato di ristoranti, bar, negozi d’abbigliamento, parrucchieri, estetisti e centro commerciali. Ma ci sono tanti altri soggetti che stanno soffrendo la crisi finanziaria di questo buio periodo. Tra loro anche i fotografi che, dopo essersi visti chiudere i negozi, temono più di tutti per il loro futuro. “Molti di noi basano la loro sopravvivenza lavorativa sui matrimoni, che occupano circa l’80% del lavoro, e cerimonie di vario tipo. A oggi, però, non se ne fanno più e non sappiamo nemmeno quando riprenderanno“, spiega Tina Colosimo di Avant Garde. Sì, perché per i fotografi non è questione solo di negozio aperto o negozio chiuso, ma assenza proprio di lavoro.

La fase 2 sapevamo che non sarebbe stata tutta rose e fiori dato il tipo di attività e di emergenza a cui ci troviamo davanti. Le aspettative erano molto limitate e comunque insufficienti ad arrestare un processo drammatico iniziato fin dalle prime avvisaglie dell’inizio della pandemia“, spiega Tina. Il lockdown aveva già provocato l’annullamento, o nei migliori dei casi lo spostamento, della totalità dei servizi prenotati e ora con questa fase 2 “abbiamo la consapevolezza di rischiare di perdere l’intero anno di lavoro con tutte le problematiche economiche che questo comporta“.

Tina, come tanti altri suoi colleghi, è però arrabbiata e scoraggiata. Questo perché le è parso che “della situazione gravissima in cui si trova il nostro settore interessi poco o nulla anche se, con tutta la filiera, si parla di migliaia e migliaia di imprese. Per vedere un po’ di luce in fondo al tunnel sono fondamentali dei contributi a fondo perduto e blocco totale di tutte le scadenze fiscali sino a fine anno“. Ma c’è anche la possibilità che si ricorra per sopravvivere anche a “prestiti bancari, ma questi dovrebbero avere tassi bassissimi e tempi di restituzione spalmati minimo in 10 anni. Questo solo per permetterci di prendere un po’ di fiato“. Ecco che senza gli aiuti necessari sarà difficile pensare di poter andare avanti in questa situazione, “anche perché, data la tipologia del mio lavoro che si basa sugli eventi, pure in vista di una parziale riapertura il lavoro latiterà“. Le spese ordinarie come pagare un affitto, la luce o il gas diventano una continua lotta alla sopravvivenza.

Anche una riorganizzazione pare impossibile: “In questo momento è difficile pensare a pianificare qualcosa per il futuro. Non so cosa accadrà nemmeno domani. Ed è un problema tanto mio come di tutte le altre aziende, e questa volta non solo fotografi, che lavoriamo intorno ad un matrimonio o altri eventi“.

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