Autore Redazione
martedì
5 Maggio 2020
05:57
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Cronaca - Alessandria

Icardi: “Realizzare rete ospedali covid qualora risalissero i contagi”

Icardi: “Realizzare rete ospedali covid qualora risalissero i contagi”

PIEMONTE – Lunedì l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, si è confrontato col Gruppo di lavoro dedicato alla riorganizzazione della rete ospedaliera presieduto da Giovanni Monchiero, già presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. Nell’immediato, l’urgenza è valutare la possibilità di realizzare una rete di ospedali covid da attivare nel caso di una eventuale recrudescenza del contagio.

«L’obiettivo è aumentare in modo strutturale i posti di terapia intensiva, sub-intensiva e di cura negli ospedali piemontesi, non solo in funzione dell’emergenza covid, ma stabilmente per tutte le esigenze diagnostiche e terapeutiche di ordinaria necessità” ha detto il membro della Giunta Cirio “Dobbiamo elevare lo standard della nostra risposta sanitaria a quello dei principali Paesi europei che già oggi sono in grado di affrontare meglio le emergenze. E’ una riorganizzazione necessaria, a prescindere dal covid, non solo della rete ospedaliera, ma anche di quella di medicina sul territorio».

Domenica le Aziende sanitarie regionali hanno consegnato all’Unità di crisi i piani per il progressivo ritorno degli ospedali all’operatività pre-covid, mantenendo percorsi Covid dedicati e un’organizzazione modulabile per affrontare l’eventuale ripresa epidemica.

In più, sul tavolo dei consulenti del Gruppo Monchiero, c’è l’ultimo rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali sulla rete degli ospedali piemontesi.

«Valuteremo attentamente tutti gli indicatori – commenta Giovanni Monchiero -, per mettere in piedi una rete di ospedali covid bisogna ragionare non solo sugli spazi, ma anche sul personale che abbiamo a disposizione. Gli ospedali hanno dimostrato una straordinaria capacità di affrontare l’emergenza covid, ma ora occorre tornare gradualmente alla normalità. Il confronto è aperto, la nuova organizzazione della rete ospedaliera non può prescindere da quella della medicina sul territorio».

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