8 Maggio 2020
14:54
Inail: 37 mila contagi Covid sul lavoro e 129 morti. Il Piemonte è la seconda regione più colpita
ROMA – Sono oltre 37 mila le denunce di infortunio sul lavoro per contagio da Covid-19 mentre le denunce di infortunio mortale sono 129. Questo il triste dato diffuso dall’Inail spiegando che i dati si riferiscono alle denunce arrivate da inizio epidemia sino al 4 maggio con un aumento di 9.000 unità rispetto alla prima rilevazione diffusa il 21 aprile.
Entrando nel dettaglio gli infortuni sul lavoro per via del coronavirus sono stati 37.352, ovvero novemila in più rispetto al 21 aprile quando le denunce pervenute erano state 28.381. I casi mortali segnalati all’Istituto nello stesso periodo sono 129, ovvero 31 in più rispetto al monitoraggio precedente. Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, in cui la quota femminile con il 71,5% dei casi prevale rispetto a quella maschile (28,5%), l’82,2% dei decessi hanno interessato i lavoratori e il 17,8% le lavoratrici.
Come era da immaginare tra i casi mortali quelli riferiti al personale sanitario e dell’assistenza sociale sono purtroppo pari al 40%. La categoria professionale dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri e fisioterapisti, con il 43,7% dei casi segnalati all’Istituto (e il 18,6% dei decessi) è quella più colpita dai contagi, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,8%), dai medici (12,3%), dagli operatori socio-assistenziali (7,1%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).
L’analisi territoriale evidenzia che quasi otto denunce su 10 di infezione sul lavoro sono concentrate nel Nord-Ovest (53,9% del totale) e nel Nord-Est (25,2%), con gli altri casi distribuiti tra il Centro (12,5%), il Sud (6,0%) e le Isole (2,4%). Tra le regioni il primato negativo spetta alla Lombardia, con oltre una denuncia su tre (34,2%) e quasi il 43% dei casi mortali, seguita da Piemonte (14,9%), Emilia Romagna (10,0%), Veneto (8,9%), Toscana (5,8%) e Liguria (4,2%). L’età media dei contagiati è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) se si concentra l’attenzione sui soli casi mortali. A ulteriore conferma della maggiore vulnerabilità al virus delle fasce di età più elevate della popolazione, il 43,1% delle denunce e oltre due decessi su tre riguardano i lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Più del 20% dei casi mortali, inoltre, ricade nella fascia di età oltre i 64 anni.