Autore Redazione
martedì
12 Maggio 2020
10:15
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Cronaca - Alessandria

Alessandro Borghese: “Resisterò ancora un mese”. Adesso quale futuro per la ristorazione?

Alessandro Borghese: “Resisterò ancora un mese”. Adesso quale futuro per la ristorazione?

ALESSANDRIA – “La mia attività è in crisi. Se va avanti così resisterò ancora un mese“. Questo è un grido d’allarme che abbiamo sentito a lungo in questi mesi di lockdown e distanziamento sociale a causa del coronavirus. Questo però ha un volto piuttosto noto ed è quello di Alessandro Borghese, chef e celebre conduttore televisivo di 4 Ristoranti, che dalle colonne del Corriere della Sera ha espresso la sua preoccupazione – come di tanti altri colleghi – per un futuro tutt’altro che roseo.

Già nella giornata di ieri RadioGold ha raccolto in una lunga diretta video le preoccupazioni e i pensieri dei ristoratori locali ancora sospesi a causa di regole e norme che tardano ad arrivare, nonostante una possibile riapertura per bar e ristoranti è prevista per il 18 maggio.

A dire il vero le prime linee guida di Inail e Iss sono già arrivate sul tavolo del Governo e sono in attesa di vaglio e discussione. Si tratta di regole estremamente limitanti e che porterebbero via ai ristoratori tra il 30% e il 50% dei posti a sedere disponibili con un ulteriore peggioramento quindi degli affari che un po’ di linfa avevano ricevuto dalle consegne a domicilio e dal take-away.

I timori per il futuro sono stati espressi dalle titolari della pizzeria Roxy 45 che hanno sottolineato le difficoltà di una ripartenza che in Piemonte pare ancora molto lontana. “Non abbiamo una data certa di riapertura. Non abbiamo un protocollo di riapertura pratico da testare nell’attesa. Non abbiamo un ombrello di copertura economica per la ditta forzatamente chiusa da quasi tre mesi. Non sono arrivati soldi per la cassa integrazione dei dipendenti. Se volete le chiavi del locale passate pure a prenderle su appuntamento, per prudenza ovviamente. A quanto pare gli unici appestati di tutta l’Italia continuiamo a rimanere solo noi. Il nostro danno è stato valutato 600 euro (peraltro non pervenuti). Nonostante la buona volontà e la speranza che ci hanno sempre sorretto, ora vediamo solo nere nubi all’orizzonte“, spiegano.

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