17 Maggio 2020
16:29
Giornata contro l’omofobia, Tessere le Identità: “Italia ancora indietro per diritti LGBTQI”
ALESSANDRIA – “Dovremmo tutti impegnarci di più per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQI. Persone che quotidianamente continuano a vivere nella paura, nell’insicurezza e nella non accettazione da parte di una porzione della società“. Ne è sicura Stefania Cartasegna di Tessere le Identità, associazione alessandrina LGBTQI. Va detto che l’Italia risulta essere “ancora molto indietro, rispetto a molti altri Stati europei, sul tema della parità dei diritti“. L’ultimo vero successo del nostro Paese a riguardo è stata la legge sulle Unioni Civili del 2016, anno dal quale non ci sono state ulteriori “aperture da parte del Governo“.
“Nel frattempo, i casi di omo-bi-transfobia stanno aumentando. Solo quelli riportati dai media sono più di un caso ogni tre giorni, anche se in questo periodo di quarantena, l’aggressività sociale nei confronti delle persone LGBTQI per forza di cose si è un po’ fermata per via dell’isolamento sociale“. Questo però non vuol dire che casi non se ne siano verificati e mai come ora “bisogna avere una legge contro l’omo-bi-transfobia!”
La quarantena, infatti, non ha fermato diversi atti persecutori nei confronti di omosessuali, bisessuali e transessuali. Anche durante il lockdown Tessere le Identità ha infatti “raccolto testimonianze di atti persecutori, sopratutto in famiglia. Purtroppo non ancora tutti accettano di avere un figlio gay o una figlia lesbica piuttosto che transgender“. Non si tratta di maltrattamenti fisici veri e propri, quanto piuttosto psicologici: “E a volte fanno anche più male perché arrivano dalle persone a cui si vuole bene. Essere costretti a convivere, magari perché ancora minorenne o per assenza di indipendenza economica, con chi continua a sottolineare che si è persone sbagliate o peggio ancora malate o perverse non è una cosa facile“. A questo poi si aggiungono i social network con il “cyberbullismo, soprattutto tra i giovani, che colpisce duramente la comunità LGBTQI italiana“.
A prendere posizione in questa Giornata è stato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha ricordato come “la ricorrenza del 17 maggio è stata scelta, in ambito internazionale, per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana“. Nella nota, Mattarella ha poi sottolineato che “le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell’ordinamento internazionale“.
Quelle del Presidente sono state “parole importanti e arrivate in un momento storico dove, lo ribadisco, l’Italia deve fare ancora passi in avanti importanti. Sia dal punto di vista legislativo, sia nella mentalità delle persone che troppo spesso si nasconde dietro al risolino o alla battutina per attaccare una comunità, come quella LGBTQI, che vuole semplicemente pari diritti e dignità“, ha concluso invece Stefania Cartasegna.