Autore Redazione
mercoledì
20 Maggio 2020
08:15
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Cronaca - Novi Ligure

La situazione allo stabilimento ex Ilva di Novi. I sindacati: “Lavoratori esasperati”

La situazione allo stabilimento ex Ilva di Novi. I sindacati: “Lavoratori esasperati”

NOVI LIGURE – Partiamo dalle certezze. Ovvero da quello che accadrà nei prossimi giorni. Perché, al di là della pressante emergenza sanitaria, un confronto con Arcelor Mittal sull’ex Ilva non può più essere rimandato. Nella giornata di ieri i lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure – in cassa integrazione – hanno incrociato le braccia per chiedere certezze alla proprietà e chiarimenti su un piano industriale ancora latente. Fim, Fiom e Uilm hanno così chiesto un “incontro urgente” ai commissari dell’ex Ilva in Amministrazione straordinaria per segnalare “tutte le criticità che stanno emergendo in questa delicata fase.

Una fase che ha visto la “produzione in area ghisa scesa al di sotto del minimo tecnico per gli altiforni“. Il crollo della produzione starebbe, secondo le sigle dei metalmeccanici, “procurando seri problemi agli stessi impianti e crediamo necessario che i commissari straordinari, proprietari dello stabilimento ex Ilva, debbano essere messi a conoscenza di quanto sta accadendo all’interno della fabbrica“. Questo avviene a Taranto, lo stabilimento più grande in possesso di Arcelor Mittal in Italia. Al contrario a Novi la produzione è pressoché ferma con gli operai in sciopero a oltranza e soprattutto messi in cassa integrazione nella quasi loro totalità.

Intanto per lunedì 25 maggio è stato convocato al Mise un incontro, in videoconferenza, con i sindacati, sull’ex Ilva. La convocazione sarebbe partita dallo stesso ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli che ha voluto riunire un vertice di confronto con l’azienda Arcelor Mittal, i commissari straorinari Ilva in Amministrazione straordinaria, e i sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Uglm e Usb. Alla videoconferenza sarà presente anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo.

Intanto a Novi Ligure l’iniziativa di lotta e mobilitazione proclamata ieri (19 maggio 2020) da Fim, Fiom, Uilm e le Rsu di Arcelor Mittal nella giornata di ieri ha visto una partecipazione piuttosto elevata da parte dei lavoratori in cassa integrazione e in generale quelli che hanno deciso comunque di aderire allo sciopero. Le sigle sindacali sottolineano come “i lavoratori dell’ex Ilva sono da tempo esasperati da un clima di incertezza sul futuro occupazionale del gruppo, che ad oggi non ha ancora esplicitato il piano industriale contenuto nell’accordo del 4 marzo col Governo“. Alle 10 di oggi è stato convocato un tavolo di confronto con la Prefettura di Alessandria, i vertici aziendali e la partecipazione della Regione Piemonte e del Comune di Novi Ligure.

In particolare i sindacati ritengono necessario “riprendere i tavoli già presenti” prima della pandemia e “chiarire le reali intenzioni di Arcelor Mittal, che da una parte pare muoversi per esercitare l’opzione di andarsene e dall’altra invece alza il tiro per determinare le condizioni più vantaggiose per rimanere“. In mezzo, come sempre, i lavoratori utilizzati come pedina e merce di scambio nelle trattative con il Governo.

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