Autore Redazione
lunedì
25 Maggio 2020
12:59
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Cronaca - Novi Ligure

Crisi ex Ilva, Arcelor Mittal: “Onereremo impegni presi”. Ma manca il piano industriale

Crisi ex Ilva, Arcelor Mittal: “Onereremo impegni presi”. Ma manca il piano industriale

ROMA – Positiva seppur in salita. Si può definire con queste parole l’incontro in videoconferenza che si è tenuto questa mattina al Mise dove Governo e sindacati hanno incontrato i vertici di Arcelor Mittal. Sul piatto il futuro della multinazionale franco-indiana in Italia. “Siamo consapevoli che il Covid-19 ha prodotto rallentamenti e situazioni complicate da gestire ma pensiamo sia tempo di proseguire sull’accordo di marzo e incoraggiamo l’azienda a procedere lungo quella strada“, ha spiegato il ministro dell’economia Roberto Gualtieri presente al tavolo dell’ex Ilva. Nelle ultime settimane, secondo quanto si apprende dai sindacati, Arcelor Mittal aveva cercato di avere un prestito di 400 milioni garantito dallo Stato sfruttando le misure prevista dal Governo per dare liquidità alle imprese in seguito all’emergenza coronavirus.

Sulla stesa lunghezza d’onda anche il ministro Patuanelli: “Il Governo ritiene ci siano condizioni per proseguire con il piano industriale previsto dall’accordo del 4 marzo, anche con le difficoltà causate dal Covid-19. Il piano industriale è un elemento imprescindibile da cui partire“. E su questo punto pare anche voler tranquillizzare la multinazionale con Lucia Morselli, amministratore delegato di Arcelor Mittal Italia, che ha confermato la volontà di “onorare gli impegni presi fino in fondo anche con le difficoltà causate da Covid. Vogliamo andare avanti e siamo pronti a presentare il piano fra una decina di giorni“. Il vero problema, però, è quello legato a un piano industriale che è ancora mancante. “La ripresa del mercato dell’acciaio non e uniforme nel mondo. Abbiamo lavorato molto al piano industriale ma gli scenari cambiano ogni 24 ore“, spiega ancora Lucia Morselli. Che però conferma: “Tra una decina di giorni verrà formulato e fornito”. Intanto anche oggi sono andati avanti gli scioperi allo stabilimento di Novi Ligure. Ma a incrociare le braccia durante l’incontro al Mise sono stati anche altri stabilimenti come quello di Taranto e Genova.

Preoccupazione sulla situazione dello stabilimento dell’ex Ilva di Novi Ligure è arrivata anche dal sindaco Gian Paolo Cabella. “Nei giorni scorsi, mi sono confrontato più volte con le organizzazioni sindacali e sono stato in costante contatto con la Prefettura. Purtroppo, mi sembra di avvertire, da parte della proprietà, un atteggiamento poco coerente con il momento storico che il Paese sta vivendo“, spiega il primo cittadino. Che poi precisa: “Al di là delle ore di cassa integrazione, che di fatto rientrano (o dovrebbero rientrare) nella normale dialettica tra sindacato e azienda, quello che mi preoccupa veramente è non avere certezze circa la prospettiva dello stabilimento di Novi Ligure“.

Cabella ha sottolineato come, nonostante il Comune non abbia le competenze di politica del lavoro tali per affrontare una tematica così grave e complessa, l’intera Amministrazione “è totalmente al fianco dei lavoratori nei modi e nei tempi stabiliti dai sindacati per difendere il lavoro. Io credo di essere per natura una persona concreta e poco incline a lunghi discorsi e inutili dibattiti, che attribuisco a un modo di far politica autoreferenziale e sterile. In questi momenti, però, è giusto far sentire la voce preoccupata di una comunità unita e fare in modo che questa preoccupazione sia fatta propria dalla Regione e dalla Provincia, con cui sono in contatto“. Da qui la consapevolezza di dover utilizzare tutti gli strumenti possibili “con Regione e Provincia” per far arrivare “al Governo centrale la preoccupazione del territorio, affinché si adoperi per allontanare il timore di un disastro economico e sociale“.

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