4 Giugno 2020
05:21
Asl: “Covid non preventivabile. Nessuna negligenza. Ecco gli errori, a monte, da non ripetere”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Una guerra non preventivabile, affrontata con abnegazione e contro la quale occorre prepararsi, nel caso tornasse. Rispetto all’emergenza coronavirus il nuovo direttore sanitario dell’Asl di Alessandria, Federico Nardi, ha parlato così dell’attuale situazione dell’azienda, pronta a riaprire le proprie attività in sicurezza
“Ora che anche i confini regionali non sono più chiusi non dobbiamo dimenticarci quello che è successo” ha sottolineato Nardi “non ci siamo lasciati tutto alle spalle. Dobbiamo farci trovare pronti per una eventuale recrudescenza del virus”.
Entro fine giugno, quindi, tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali dell’Asl saranno sanificate da ditte specializzate. Le operazioni dureranno una settimana circa per ogni ospedale. Tutte le aree covid sono state chiuse. Fino a dicembre resteranno solo 20 posti nel reparto Malattie Infettive dell’Ospedale Santo Spirito di Casale. “Per sicurezza sarà comunque adibita in ogni struttura una stanza covid nei reparti di terapia intensiva qualora emergesse un caso” ha detto Nardi. Ad oggi sono circa 30 i ricoveri di pazienti per coronavirus in provincia e solo uno si trova in terapia intensiva. Anche nelle rsa, inoltre, “la situazione non è critica” hanno assicurato il commissario Gabriele Ghigo e il responsabile Sisp Orazio Barresi: “Continuano i monitoraggi settimanali, svolti dagli stessi operatori che sono stati formati a prelevare agli ospiti i tamponi. Ad oggi sono appena 50 i dipendenti non in servizio perché ancora in malattia”.
Inevitabile, infine, uno sguardo al recente passato e a come è stata affrontata l’emergenza: “Non c’è stata negligenza” ha sottolineato Nardi “è stato fatto il massimo. Ricordo che anche i nostri operatori hanno pagato un prezzo salato: molti si sono ammalati e anche questo ha influito sulla risposta che abbiamo dato. Purtroppo un nostro medico di base ha anche perso la vita. È chiaro che, se non si è pronti, si commettono errori, figli però di situazioni precedenti all’emergenza coronavirus: i tagli lineari di tanti posti letto, la chiusura del laboratorio analisi di Casale, l’aver utilizzato i pronto soccorso come una sorta di refugium peccatorum, e il fatto che non sia stata data pari dignità all’ospedale e territorio, un obiettivo che ora occorre perseguire. Al momento di una dimissione di un paziente, ad esempio, il medico di base deve conoscere in tempo reale il follow up che questa persona dovrà seguire per prevenire eventuali ricadute: questo eviterà una sua nuova ospedalizzazione. Insomma, in questo campo non si può guardare al risparmio immediato: prima o poi arriva un conto salato da pagare. Occorre implementare gli investimenti sugli ambulatori, il cui rapporto con gli ospedali sarà ridisegnato”.
“Non parlerei di errori ma di limiti che hanno prodotto delle debolezze” ha sottolineato il commissario delle attività distrettuali Gabriele Ghigo.