Autore Redazione
lunedì
22 Giugno 2020
18:00
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Cronaca - Alessandria

Domani in Provincia la conferenza sul C6O4: è già scontro tra Legambiente e Solvay

Domani in Provincia la conferenza sul C6O4: è già scontro tra Legambiente e Solvay

ALESSANDRIA – Domani, martedì 23 giugno, negli uffici della Direzione Ambiente e Pianificazione Territoriale della Provincia di Alessandria si terrà la Conferenza dei Servizi per autorizzare l’estensione della produzione e dell’uso di C6O4. Un tema delicato che ha già mobilitato molti cittadini e diverse associazioni ambientaliste. A riguardo il Comune di Alessandria, peraltro, ha anticipato il proprio parere negativo  fino a che non si chiarirà quanto sta accadendo a Montecastello, paese dove sono state trovate tracce della sostanza. Una vicenda oggetto delle attenzioni di Arpa e su cui Solvay ha chiarito la propria posizione, ritenendo di non avere alcun legame con quanto avvenuto in quel paese. La stessa azienda in una nota ha voluto anticipare alcuni punti oggetto della discussione di domani, specificando “il C6O4 non ha le stesse caratteristiche del PFOA ed è una sostanza chimica completamente diversa. Il C6O4 possiede un profilo tossicologico migliore e, i dati disponibili, indicano che il C6O4 non è biopersistente e non è bioaccumulabile“.

A questo ha aggiunto che “l’AIA richiesta comporterebbe parziali modifiche alla linea produttiva esistente e non la realizzazione di nuovi impianti. L’estensione della produzione di C6O4 – che inciderebbe dello 0,2% sul totale della produzione dei Prodotti Florurati e dello 0,02% sulla produzione totale che comprende i cd. “prodotti chimici secondari” – è strategicamente necessaria per assicurare una crescita sostenibile nel medio-lungo periodo del sito oltre a migliorarne la complessiva situazione ambientale. Il sito di Spinetta Marengo, insieme al centro ricerca di Bollate, partecipa ad un importante innovativo programma di ricerca europeo approvato dalla Commissione Europea per sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore prioritario delle batterie per una nuova mobilità pulita e a basse emissioni. Questo progetto porterà significative opportunità di sviluppo tecnologico per il miglioramento ambientale e la crescita economica“. Una posizione questa avversata da Legambiente che con i suoi attivisti sarà davanti agli uffici con un presidio oltre che prendere parte alla riunione con l’ingegner Claudio Lombardi, e con Andrea Minutulo, coordinatore del Comitato Scientifico di Legambiente Nazionale in collegamento da Roma. Secondo l’associazione la sostenuta trasparenza di Solvay si scontra con alcuni fatti: “Oggi – spiega Legambiente – Solvay è autorizzata a rilasciare in aria e acqua sostanze di cui non si conoscono né la natura né la quantità. L’attuale autorizzazione AIA non è pubblicata, perché il segreto industriale è più importante della trasparenza: giudichino i cittadini se questa è chiarezza”. Sul PFOA, conclude poi Legambiente, “Solvay ha presentato a novembre 2019 un progetto per l’estensione della produzione di cC6O4 e dichiarato a giugno 2020 di poter diminuirne il rilascio nell’ambiente del 97% (di una quantità dichiarata uguale a “omissis”): Solvay fa miracoli?”

L’azienda replica spiegando come nel sito di Spinetta Marengo si “stia operando in totale sicurezza e, sotto il controllo degli Enti“, con un “costante e accurato piano di monitoraggio dell’efficacia delle misure adottate” mentre proseguono gli interventi di bonifica da cromo esavalente.

A riguardo sono intervenuti anche i consiglieri regionali e comunali del Movimento 5 Stelle Sean Sacco, Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo: 

Con la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) riteniamo che lo stabilimento chimico Solvay di Spinetta Marengo debba garantire, in base al principio di precauzione, che le concentrazioni del nuovo PFAS cC6O4 nelle acque del Bormida e nelle falde acquifere siano tendenti allo zero. Ora risulta necessario individuare e risolvere la causa della presenza dei PFAS nella falda interna allo stabilimento, inoltre la Provincia di Alessandria dovrebbe vincolare l’autorizzazione all’impiego delle migliori tecnologie disponibili per l’abbattimento di tale composto. L’obiettivo deve essere garantire la produzione e l’occupazione a patto che si rispetti la tutela della salute degli abitanti del territorio.

Dalle ultime analisi sulle acque effettuate da ARPA Piemonte, è stato infatti evidenziato come il cC604 risulti già presente nel fiume Bormida in maniera diffusa, nonostante un avvio dei lavori ancora sperimentale.

Trovarsi sommersi da questo nuovo PFAS, per cui la normativa non prevede limiti, potrebbe portare conseguenze sanitarie di cui non si conoscono gli effetti sulla salute. E’ stato infatti già appurato da uno studio epidemiologico condotto da ARPA Piemonte, che gli abitanti di Spinetta Marengo residenti a ridosso del polo chimico, si ammalano di più di alcune patologie rispetto al resto della Provincia di Alessandria.

Inoltre si dovrebbe prevedere un biomonitoraggio umano rivolto alla popolazione residente in Spinetta Marengo e nei pressi del polo chimico, esteso a tutte le fasce di età e ai lavoratori residenti, così come previsto per altri impianti. Il Consiglio regionale del Piemonte grazie ad un nostro ordine del giorno ha impegnato la Regione a valutare l’utilizzo del biomonitoraggio per salvaguardare la popolazione”. 

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