23 Giugno 2020
15:16
Conferenza dei servizi se ne riparla a settembre. Solvay chiede la sospensiva
AGGIORNAMENTO ORE 16.30 – Sostanzialmente è un rinvio quello che arriva dalla Conferenza dei servizi di oggi. Le parti, durante la riunione, hanno chiesto alla Solvay la risoluzione dei problemi della presenza di C6O4 nella falda, a cominciare dalla individuazione delle sorgenti di contaminazione. Tra le richieste anche quelle di una maggiore tenuta della barriera idraulica mentre Arpa ha individuato un limite, raggiungibile da oggi a 48 mesi attraverso step intermedi, “inferiore di una decina di volte rispetto a quello proposto da Solvay – ha spiegato il direttore Arpa, Alberto Mafffotti“. Sulla base di questo, per rispondere a tutte le istanze, Solvay ha chiesto la sospensione della conferenza per poter dare le risposte adeguate e riprogettare parti dell’impianto funzionali al rispetto dei limiti proposti. Il tempo a disposizione è ora di 60 giorni, che in pratica porta ogni decisione a settembre. Intanto rispetto alla contaminazione del pozzo di Montecastello i tre campionamenti compiuti nel tempo hanno rilevato la presenza di Pfas in incremento, spiega ancora Maffiotti, “l’ultimo test ha riportato la presenza di 0.77 microgrammi/litro contro lo 0.26 iniziale“.
ALESSANDRIA – La conferenza dei servizi chiamata a decidere sulla richiesta di ampliamento della produzione del C6O4 nello stabilimento Solvay a Spinetta va verso il no. Dalle prime informazioni trapelate a fine mattinata sembra questo l’orientamento degli enti che hanno preso parte al confronto con il Comune di Alessandria e la Provincia che si sono rimesse alle valutazioni di Arpa che a sua volta ha preteso la non immissione all’esterno del C6O4. Intanto il confronto in via Galimberti, nella sede della direzione Ambiente della Provincia, si è spostato dopo che l’ex assessore del Comune di Alessandria, Claudio Lombardi, in veste di componente di Legambiente, ha chiesto di poter assistere anche alla seconda parte del confronto. Al “no” opposto dall’ambientalista, che non ha desistito neanche dopo la minaccia di “una denuncia per interruzione di pubblico servizio“, le parti si sono spostate altrove.
All’esterno invece è proseguito il presidio degli ambientalisti che continuano a esigere il divieto di ogni ampliamento dello stabilimento che produce il C6O4. Una richiesta che per gli ambientalisti veneti però, non è sufficiente. Nel loro intervento hanno invitato gli attivisti alessandrini a opporsi non solo all’estensione ma anche alla produzione di sostanze che “sono estremamente pericolose dal punto di vista chimico e biologico“. Molte le testimonianze durante la manifestazione per cercare di spiegare le ragioni di una protesta che dovrebbe coinvolgere tutta la comunità. Viola, cittadina di Spinetta, ad esempio, ha invitato tutti a “lottare, un dovere che abbiamo e che dobbiamo trasmettere“. Luca, attivista No Pfas, ha invitato a combattere, concludendo il suo intervento spiegando di non avere alcuna intenzione di “morire a norma di legge, per colpa di persone al servizio del profitto, persone avide“.