27 Giugno 2020
01:31
Parte la trebbiatura del grano ma si prevede un calo del 20% della produzione
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – È partita anche in provincia di Alessandria la trebbiatura del grano che però quest’anno registra un calo della produzione pari al 20% che arriva fino al 40% in meno per orzo, colza e pisello proteico. A colpire i campi pronti alla raccolta sono stati in particolare i cambiamenti climatici che hanno provocato prima uno slittamento delle semine a gennaio a causa delle piogge che hanno inzuppato i terreni rendendo impossibile il lavoro e poi la siccità e il caldo che stanno incidendo sulla quantità che scenderà sotto 6,7 miliardi di chili registrati a livello nazionale invece lo scorso anno.
La provincia di Alessandria è particolarmente vocata alla produzione di frumento tenero con oltre 34 mila ettari di superficie e più di 2 milioni di quintali di produzione, ma non dobbiamo dimenticare che la ricerca di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita, a livello nazionale, di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente: una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero dove non sempre si rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese. “Il frumento tenero è la prima coltura in provincia per superficie – hanno affermato il Presidente e il Direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – e non dimentichiamo che a livello nazionale poi Alessandria e Bologna, con superfici sostanzialmente equivalenti, si spartiscono il primato di prima provincia italiana per superficie coltivata a frumento tenero. Si tratta di uno dei prodotti simbolo del Made in Piemonte per cui stiamo lavorando alla valorizzazione attraverso accordi di filiera che devono essere implementati nel breve periodo affinché i prodotti da forno possano essere veramente prepararti con la farina del nostro territorio. Dialoghiamo con produttori, mulini e panificatori locali, perché siamo convinti che lavorando in sinergia con artigiani e agroindustria virtuosa che puntano alla qualità e all’etica di produzione si possa dare una risposta in termini economici al territorio, ma soprattutto ai tanti consumatori che vogliono consumare prodotti di filiera locale”.
In questo contesto un segnale importante viene dal moltiplicarsi di marchi di pasta che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni: da La Molisana ad Agnesi, da Ghigi a De Sortis, da Jolly Sgambaro a Granoro, da Armando a Fabianelli, da Alce Nero a Rummo, da Antonio Amato a Voiello, da FAI – Firmato dagli agricoltori italiani fino a Barilla, che proprio quest’anno ha annunciato di rinnovare la sua pasta classica con grani 100% italiani.